Aviointeriors, arrestato Alberto Veneruso e altre due persone con l’accusa di frode fiscale e bancarotta, sequestrati beni per oltre 14 milioni di euro

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LATINA – Dopo due anni di indagini, svolte dagli uomini della Guardia di Finanza di Latina in collaborazione con il sostituto procuratore Marco Giancristofaro, sono scattate le manette ai polsi di Alberto Veneruso, Giorgio Di Mare e G.P., rispettivamente il dominus della società , il suo commercialista e il prestanome, che si sono occupati del fallimento dell’Aviointeriors. Oltre agli arresti gli uomini delle Fiamme Gialle hanno sequestrato beni per oltre 14 milioni di euro. Un’indagine lunga e complessa che ha consentito di accertare che i tre arrestati avrebbero, nel corso degli anni, eseguito una serie di operazioni societarie, e messo in opera una serie di artifizi contabili che hanno consentito all’amministratore di diritto e poi di fatto di sottrarsi illecitamente alle pretese creditorie, cautelando i beni immobili e quelli mobili delle società fallite, lasciate morire in Lussemburgo, attraverso la destinazione finale degli stessi beni ad altre società del proprio “gruppo”.
Inoltre dalle indagini sarebbe emerso che gli arrestati avevano costituito una nuova società a Latina, “ripulita”, per continuare l’attività di produzione e fabbricazione di interni per aerei, già svolta dalla società originaria, utilizzando la denominazione ed il marchio societario senza aver sostenuto alcun costo. Una serie di manovre societarie e contabili, riscontrate dai militari coordinati dal colonnello Giovanni Reccia, che hanno permesso, di formulare l’ipotesi di bancarotta fraudolenta, per entrambe le società fallite, anche l’utilizzo, sia da parte della società fallita che dell’attuale società S.p.A., di fatture emesse apparentemente da società con sede in Delaware (USA) per operazioni inesistenti, con la conseguente sottrazione di imposte al fisco per oltre 14 milioni di euro.
Eseguite anche due verifiche fiscali. In particolare quella eseguita nei confronti della fallita società di Latina ha consentito di rilevare che la stessa, negli anni 2008-2010, aveva sostenuto costi fittizi, documentati dalle fatture per operazioni inesistenti per un totale di circa 28 milioni di euro.
Analogamente la verifica fiscale eseguita nei confronti dell’attuale società, sempre con sede a Latina, consentiva di accertare che la stessa negli anni 2011-2013 aveva sostenuto costi fittizi documentati dalla società Kalleny Holdings LLC con sede nel Delaware ed aventi per oggetto le commissioni per servizi di intermediazione per l’acquisto di poltrone e ricambi, per un totale di oltre 20 milioni di euro.
Inoltre, nel corso degli accertamenti, l’attuale società S.p.A. avanzava richiesta di adesione alla collaborazione volontaria (voluntary disclosure).
A seguito di approfonditi accertamenti è emerso che l’istanza in questione conteneva dati non rispondenti al vero e fondata su documenti contraffatti.
Al termine delle complesse ed articolate indagini, anche con plurime rogatorie internazionali con Uruguay, Regno Unito e Delaware (USA), condotte dal pubblico ministeri Marco Giancristofaro è dal giudice delle indagini preliminari Giuseppe Cario, è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Alberto Veneruso e disposti gli arresti domiciliari per Giorgio Di Mare e G.P., nonché il sequestro di liquidità, beni immobili, polizze assicurative e quote societarie per oltre 14 milioni di euro.


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