Da Rio Martino al National Geographic, il viaggio del dinosauro di Latina

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LATINA -Da Rio Martino al National Geographic. La questione del Dinosauro di Rio Martino attira in questi giorni l’attenzione di nuovi soggetti. Ora anche la storica rivista pubblica un articolo divulgativo sul valore delle impronte del Dinosauro di Latina. Nell’intervista Marco Romano, Paleontologo del Museo delle Scienze Naturali di Berlino, spiega i risultati della sua ricerca condotta ultimi tre anni sul blocco assieme ai suoi colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza tra cui Paolo Citton e il Prof. Nicosia. Lo stesso dipartimento ha rilanciato pochi giorni fa la notizia sul sito ricordando l’impegno dell’amministrazione comunale di Latina (Damiano Coletta e Fabio D’Achille) e delle Associazioni Sempre Verde, Italia Nostra e della Fondazione Marcello Zei per la loro salvaguardia immediata e valorizzazione. Numerosi son stati gli interventi in merito del ricercatore in geologia Luca Cardello (Università di Ginevra) e dei Geologi Stefano Panigutti (scopritore delle impronte insieme al fotografo Bruno Tamiozzo) e Giancarlo Bovina. Sul punto il dipartimento riconosce meritoria la campagna di sensibilizzazione della popolazione e delle autorità locali, per far si che il blocco (che attualmente costituisce parte del molo di Rio Martino) venga trasportato al sicuro presso una struttura pubblica del Comune di Latina, dove possa essere valorizzato e fruito dalla popolazione. È stata inoltre proposta la progettazione e realizzazione di un apposito impianto ostensivo-didattico come supporto alle impronte, per rendere il significato della scoperta più diretto e intuitivo con video, disegni, riproduzioni in scala 1:1. I ricercatori della Sapienza e del Museo di Berlino hanno dato piena disponibilità per una supervisione scientifica in tutte le fasi di messa in sicurezza e preparazione del blocco per la sua corretta esposizione. Anche altri scienziati si son mossi in favore della sua salvaguardia come il Prof. Mauro Furlani, Presidente della Federazione Nazionale Pro Natura. Furlani ha scritto una lettera al Sindaco di Latina al Direttore dell’Ente Parco per chiedere inoltre che la valorizzazione del patrimonio naturalistico contestuale all’attenzione ora focalizzata sul Dinosauro sia un veicolo anche per riconsiderare la riprogrammazione – mai finora pienamente applicata – delle aree a tutele decrescenti intorno al Parco come previsto dalla legge quadro aree protette 394 del ’91.
Dove andrà il reperto?
Nei prossimi giorni si dovrà tenere la riunione tra i delegati delle amministrazioni comunali dei comuni (Latina, Sezze, Terracina) interessati allo sviluppo turistico e culturale legato alle impronte, il Parco Nazionale del Circeo e la Soprintendenza archeologica del Lazio. Immancabile sarà la presenza delle Associazioni Sempre Verde, Italia Nostra e Fondazione Zei che hanno mostrato finora competenza ed interesse tanto da spingere la notizia oltre i confini dell’agro pontino e attirare l’attenzione degli studiosi. Nella riunione coordinata da Fabio D’Achille si dovrà valutare le migliori proposte affinché queste possano indicare intanto la collocazione nell’immediato del reperto e poi la sua valorizzazione affidandola a chi ha i migliori titoli per farlo. Per la loro gestione si vedrà in che modo garantire continuità agli eventuali investimenti per attrarre il turismo diffuso al quale l’agro pontino unito vuole puntare. Nell’immediato in attesa dell’imminente riunione, un tavolo di lavoro su argomenti simili è previsto all’interno di Climathon, maratona culturale che si svolgerà il 28 ottobre alla Sapienza e che darà risalto e voce a tutte le parti interessate alla valorizzazione del territorio. Chissà se da queste antiche impronte troveremo la chiave di riscatto del nostro territorio?

Ps: Si rimgrazia l’autore dell’illustrazione Davide Bonadonna


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