ESCLUSIVO: Il Libro “Era mio padre” finisce in un vortice di botta e risposta

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LATINA – Dura la risposta dello scrittore Simone Di Matteo alle “accuse” di Claudia Sabatino che sulla sua pagina facebook ha attaccato la Diamond Editrice di cui è a capo lo stesso Di Matteo, in relazione al libro Era mio padre edito dalla DiamonD EditricE lo scorso maggio 2016 e poi ripubblicato ad ottobre  dello stesso anno dalla casa editrice Laura Capone.
Ecco le parole di Di Matteo: La violenza assume molteplici forme e modalità, sebbene la violenza fisica sia la più facile da riconoscere, esistono diverse forme di abuso che ledono l’identità e l’integrità di una persona. Viviamo in una società per molti versi distorta, in quella che può essere definita una discarica umana a cielo aperto, in cui chiunque, senza ovvie ragioni, può o cerca di avvalersi il diritto di nuocere agli altri. Si possono, nonostante non si devono, sottrarre gli oggetti, ma non le opere. Somigli ogni giorno di più al carnefice di cui mi parlasti, quello che ho accuratamente dipinto sulla carta. Certe cose non vanno ammesse ne tollerate, perché solo la fame di chi non riesce a mangiare, può, in qualche modo, giustificare o spiegare un furto, ma quando si rubano pensieri, parole o emozioni, non vi deve essere nessuna clemenza. Per mera sete di un’effimera luce di breve e alquanto squallida visibilità, hai impastato, mescolato e manipolato messaggi profondi indirizzati ad un bisogno collettivo e sociale. Il mio tratto, la mia penna, sono inconfondibili. Ogni autore, ogni scrittore, possiede il suo. Prima della mia presunta popolarità, molti tra il pubblico conoscevano i miei testi. Apprezzati e distribuiti all’interno dei circuiti scolastici italiani. I miei primi libri, risalgano ai primi anni di questo nuovo secolo.  Uno in particolare Pensieri e Parole – Tutte le opere (Il Rovescio Editore 2008), è parte integrante, pagina dopo pagina, di quel libro di cui vanti una paternità che non possiederai né oggi e né mai.  A differenza tua, non ho mai avuto bisogno di clamore mediatico per dare risalto alle mie opere. Sono un diamante, non un vetro grezzo. All’interno dei miei libri troverai solamente il frutto del mio lavoro, delle mie ricerche. Non intendendo prestarmi al gioco di chi vuole strumentalizzare la mia immagine al fine di far accendere i riflettori su di sé, preferisco perciò agire, nelle opportune sedi giudiziarie, come ho appena fatto, affinché venga tutelata l’opera del mio ingegno e vengano severamente sanzionate tutte le condotte antigiuridiche poste in essere ai miei danni. 
Sono e resto fiducioso nel corso seppur lento della giustizia che farà emergere la verità dei fatti. In Italia e nel mondo, vorrei ricordare a quanti ancora lo ignorano, ma specialmente a quelli che fanno finta di non sapere, la figura del ghostwriter (scrittore fantasma), dell’editor o del correttore di bozze, può essere validata esclusivamente per mezzo di un contratto.
Posso dimostrare in ogni momento di non essere lo scrittore fantasma e mi opporrò a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, ed a ogni atto a danno dell’opera stessa da te compiuto, che sono di pregiudizio al mio onore e alla mia reputazione. Puoi avvalerti di molte facoltà e forse le tue parole sono riuscite a fuorviare quanti ancora non erano a conoscenza dei fatti, ma i fruitori dell’opera hanno il diritto di sapere chi è l’autore ed io ho il dovere di evitare alla collettività ogni inganno in merito all’attribuzione della paternità intellettuale. Ora, se proprio vuoi, afferma pubblicamente di aver scritto tu il libro contenente parte della mia trilogia letteraria legata alla letteratura breve (l’ultimo capitolo pubblicato nel marzo del 2008 da Il Rovescio editore), potrai senza dubbio essere autrice sì, ma di un plagio.

La domanda che si pongono i lettori nelle ultimissime ore è questa: Si tratta dunque di un plagio che la Sabatino ha commesso nei confronti dell’autore pontino, oppure no?
Ai posteri e ad un sulla di tribunale l’ardua sentenza. Noi ci limitiamo ad osservare questa diatriba tra le parti.

 


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