La Bio2Gas presenta i due impianti di Latina Scalo e Pontinia nel convegno ‘Da rifiuto a Risorsa’

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LATINA – ”Da rifiuto a risorsa per l’ambiente. Il biometano dall’organico della raccolta differenziata” non è stato solo uno spot per il comparto dell’energia alternativa. Il convegno organizzato da Federlazio Latina per alcuni versi è stato educativo e illuminante, perché ha messo attorno allo stesso tavolo accademici, imprenditori, addetti ai lavori e critici che hanno discusso e si sono confrontati attorno al tema dell’energia ricavata dal rifiuto. E il rifiuto stavolta è rappresentato dall’umido, dalla parte organica, quella che tecnicamente si chiama Forsu. Ma andiamo con ordine. Al di là della presenza del professor Valerio Rossi Albertini, fisico Cnr, che ha affrontato il tema del contributo del biometano verso un’economia sostenibile con esempi e giochini pratici, che hanno dimostrato come il biometano possa essere considerata l’unica via di salvezza per un’alternativa energetica pulita, di Sandro Scollato, vicepresidente di AzzeroCo2, che ha illustrato la situazione italiana attorno alla raccolta differenziata e al riciclo efficiente, di Fabrizio Adani, professore di chimica del suolo e dell’ambiente, uso e riciclo delle biomasse agricole e alimentari dell’Università di Milano, che ha affrontato il tema dell’economia circolare, quindi nello specifico del recupero della sostanza organica e di elementi nutritivi, di Simone Bonizzardi, project manager dell’azienda Aenergia, che ha illustrato il funzionamento degli impianti di digestione anaerobica dell’organico della raccolta differenziata, l’ingegnere Paolo Rinaldi, A.D. di Bio2Gas, ha presentato i progetti del gruppo nel settore ed in particolare l’impianto di Latina Scalo della propria società Recall Latina oltre quello di Pontinia: due impianti dal costo di 30 milioni di euro, che produrranno biometano immesso direttamente nella rete e digestato da utilizzare come fertilizzante in agricoltura, per completare il circolo di un’economia ‘chiusa’. Dal convegno è emerso, così, che si può adottare un modello di sviluppo circolare ed ecosostenibile, attraverso la digestione anaerobica l’organico della raccolta differenziata viene trasformato in metano, cioè carburante pulito per le auto e fertilizzante per l’agricoltura, contribuendo in modo sensibile alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e delle polveri sottili nell’atmosfera.

Un modello già consolidato in Germania e nei Paesi scandinavi ma anche nel nord-Italia, è nel centro sud che vi è carenza di questi impianti. Ma da dove si ricava questa energia del futuro? Dalla Forsu, acronimo che sta per Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano: esso è un materiale raccolto dalla raccolta differenziata dell’organico (altrimenti detto umido), come residui di cibo o preparazioni alimentari e frazioni assimilabili, come carta per alimenti sporca di residui alimentari. In questo modo la raccolta differenziata dell’organico permette di ridurre le emissioni di gas serra (come il metano) in discarica e limitare la formazione di percolato in discarica, che ricco di microorganismi anche patogeni e può inquinare le falde acquifere, un processo che si evita con gli impianti a biometano. Ma qual è la mission della Bio2Gas con i futuri impianti di Latina Scalo e Pontinia? La produzione di bio-metano e fertilizzante attraverso la trasformazione della frazione organica della raccolta differenziata, un processo da conseguire con la massima eco-sostenibilità, conseguente la riduzione di emissioni CO2 e la riduzione delle polveri sottili per utilizzo del biometano nell’auto-trasporto, innescando quindi l’economia circolare. Gli impianti tratteranno all’anno 35.000 tonnellate di Forsu, per quanto concerne la valorizzazione energetica e abbattimento delle polveri sottili avremo la produzione di biometano per 2,8 ML Smc immessi nella rete Snam che possono alimentare in modo pulito circa 1.500 auto che percorrono 20.000 km/anno ciascuna. E le eventuali problematiche odorigene? Le aree di ricezione dei rifiuti, pretrattamento, stoccaggio dei sovvalli e del digestato, depuratore sono tutte all’interno di capannone depressurizzato e sotto biofiltro. – I digestori, le tubazioni del biogas e i serbatoi polmone sono a tenuta stagna.


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