Malasanità: morire a 20 anni in attesa di un trapianto.Ora i genitori vogliono la verità

147

Non si può morire a venti anni in una struttura sanitaria. Non entro nel merito delle questioni giudiziarie che faranno il loro corso ma credo che di fronte alla morte di un ragazzo giovanissimo sia doveroso fare chiarezza e comprendere se ci siano e di chi siano le responsabilità. Per queste ragioni, appreso della notizia ho predisposto una nota indirizzata al direttore generale dell’Umberto I, Vincenzo Panella, all’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato e al presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, chiedendo chiarimenti immediati su questa tragedia e quali azioni sono state avviate per comprendere cosa sia accaduto. Gli ospedali devono essere luogo di cura e di sicurezza per chi, come questo ragazzo, sono già posti dalla vita di fronte a sofferenze e dolore. Entrare in ospedale significa ricevere tutta l’assistenza, professionale e umana, che la malattia a qualsiasi livello richiede. Se le notizie emerse dalla stampa in merito al malfunzionamento di un macchinario dal quale dipendeva, stando quanto si apprende, la vita di questo giovane in attesa di un trapianto di polmoni, fossero vere ci troveremmo di fronte ad un caso di malasanità e di irresponsabilità gravissimo. Sono vicino alla famiglia di questo ragazzo la cui perdita niente e nessuno potrà mai colmare”.Così Giuseppe Simeone consigliere regionale di FI e presidente della commissione sanità
La vicenda
Ha inviato alla madre un messaggino sul cellulare per chiederle di “denunciare tutti… mi stanno uccidendo”. Poche ore dopo, Giuseppe Esposito, 20enne affetto da fibrosi cistica, è deceduto nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Umberto I dove era ricoverato da tempo per una serie di analisi perché in attesa di un trapianto di polmoni.
Quanto accaduto il 17 maggio scorso e riportato dal quotidiano Il Tempo è ora la vaglio della Procura di Roma che ha deciso di aprire un’inchiesta, al momento contro ignoti. Il pm Roberto Felici, destinatario di una denuncia che la famiglia ha presentato attraverso l’avvocato Valerio Tamburini, ha già disposto l’autopsia (i cui risultati si conosceranno fra due mesi) e ha provveduto a far sequestrare la cartella clinica, il cellulare usato dal ragazzo per avvertire la famiglia e il macchinario al quale era attaccato per far ossigenare il sangue. “Mio fratello è sempre stato lucido e vigile – ha raccontato la sorella Michela oggi in Procura con i genitori – ma dopo avere effettuato la tracheotomia e alcuni esami clinici, a partire dalla sera di domenica 13 maggio, le sue condizioni sono cominciate a peggiorare. Ha avuto la febbre alta e la terapia antibiotica è stata decisa dai medici solo due giorni dopo”. La situazione è precipitata la notte del 16 maggio. “Verso le due di notte – è il ricordo della sorella – Giuseppe ha inviato un messaggio a mia madre chiedendo di denunciare tutti, che lo stavano uccidendo. Ci siamo precipitati in ospedale e da quello che abbiamo capito il problema di medici e infermieri era al macchinario a cui doveva essere sostituito un filtro. Alle sette di mattina del 17 maggio siamo stati informati che la situazione era drammaticamente precipitata: ci hanno fatto entrare nel reparto e alle 7.20 è stata dichiarata la morte di Giuseppe”.
Adesso i familiari vogliono capire che cosa sia successo, se c’è qualcuno dell’equipe che ha sbagliato. “Riteniamo che il decesso sia frutto di una serie di concause ma di sicuro ci sono negligenze da parte dell’ospedale nelle cure e nelle terapie utilizzate”, hanno concluso.


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedenteNuovo Governo. Vacilla la candidatura di Conte, ritorna quella di DI Maio
Articolo successivoVolley femminile, serie B1: la Giovolley cede al Sassuolo ma per le ragazze di Aprilia sono solo elogi per la bella stagione portata a termine
Per oltre 30 anni la voce di Radio Rai e Rai Tre in provincia di Latina, ho seguito i maggiori eventi che hanno interessato il nostro territorio. Oggi una nuova esperienza con News-24.it di cui ho assunto la direzione, aiutando con la mia esperienza e la mia passione un gruppo di giovani talenti della comunicazione on line a crescere e ad affermarsi.