Parco Mussolini cambia nome, Lbc vuole intitolarlo a Falcone e Borsellino: critiche da destra e sinistra

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LATINA – Parco Mussolini, Lbc: intitoliamo a Falcone e Borsellino. Approda in commissione Toponomastica la proposta della maggioranza targata Lbc di cambiare nome al Parco Mussolini e di intitolarlo a Falcone e Borsellino.
“So che esiste una scuola a loro dedicata, a Borgo Faiti, – ha spiegato ieri mattina ai microfoni di RadioLuna il sindaco Damiano Coletta – però mi piacerebbe che ci fosse un luogo deputato alla memoria che dovremmo riuscire a tramandare alle nuove generazioni, e dovrebbe trovarsi al centro della città, perciò vi posso dire che in commissione toponomastica i consiglieri Lbc porteranno la proposta di intitolare i giardini pubblici a Falcone e Borsellino”.

Dura la reazione di CasaPound che per bocca di Marco Savastano definisce il sindaco un ‘talebano della storia’.
“In maggioranza – spiega il leader di CasaPound – hanno paura anche solo dell’ombra di Mussolini tanto da voler bandire anche il fratello Arnaldo dai giardini pubblici. Una vera e propria polizia politica della storia. Ovviamente una scelta unilaterale che manca di rispetto a tutti, soprattutto ai giudici Falcone e Borsellino, tirati in mezzo per rendere digeribile l’operazione ai cittadini e quindi usati come cuscinetto. Questa è ovviamente l’ennesima scelta ideologica di una maggioranza incapace di realizzare cose concrete e che si barrica in contrapposizioni storiche fuori tempo massimo.” Conclude infine Savastano: “Al Talebano Coletta contrapporremo la forza della cultura e ci impegneremo nei prossimi mesi sia a far conoscere la storia di Arnaldo Mussolini sia quella degli eroi Falcone e Borsellino.”

Critiche anche dal Pd arrivano attraverso le dichiarazioni di Giorgio De Marchis.
“I ‘giardinetti’ di Latina che nessuno ha mai chiamato “parco Mussolini” e nessuno chiamerà “parco Falcone e Borsellino”. Brutto errore – scrive l’esponente Dem sul suo profilo Facebook – mettere il ricordo di due personaggi così importanti al centro di una disputa ideologica. Alcune decisioni non dovrebbero essere annunciate in una riunione di partito ma andrebbero condivise. Non vince chi arriva prima, vince chi non divide la città”


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