“Agricoltura biodinamica” e “Agricoltura biologica” non sono ambiti equivalenti né equiparabili

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Il Senato della Repubblica ha approvato, il 21 maggio scorso, il DDL 988 sull’agricoltura biologica che è stato trasmesso alla Camera dei Deputati dove potrà essere rettificato il “ grave errore l’avere attribuito alla biodinamica uno status tale da poter essere addirittura sostenuta e incentivata a spese dei contribuenti”. A riguardo, infatti, nel documento del 13 giugno la Commissione Ricerca dell’Accademia Nazionale dei Lincei (che ha lo scopo di promuovere, coordinare, integrare e diffondere le conoscenze scientifiche nelle loro più elevate espressioni nel quadro dell’unità e universalità della cultura), in https://www.lincei.it/it/article/nota-di-commento-sull%E2%80%99agricoltura-biodinamica, definisce l’agricoltura biodinamica priva di ogni base scientifica perché prevede infatti pratiche basate su insensate credenze esoterico/astrologiche che sembrano uscite da un trattato di stregoneria. Pratiche che non solo non hanno alcuna base scientifica o empiricamente dimostrabile, ma risultano addirittura grottesche e in molti casi ripugnanti. Pratiche che, se verranno adottate, getteranno discredito sul marchio di qualità del nostro Paese, che il DDL intende invece valorizzare e tutelare.

Dallo stesso documento si evince quanto segue: Non desideriamo entrare nel merito degli interessi che possono aver indotto a inserire l’agricoltura biodinamica in questo DDL. Per alcuni aspetti la vicenda ricorda quella del metodo Stamina: si deve però imparare dagli errori del passato, e soprattutto evitare di ripeterli. Auspichiamo quindi con convinzione e forza che, come a suo tempo nel caso Stamina, la Camera dei Deputati emendi la legge. Il biologico è ormai una realtà importante del nostro sistema agroalimentare – così come l’attenzione verso la salubrità degli alimenti – e questo DDL è non solo opportuno ma tempestivo e necessario.

L’agricoltura biodinamica sta alla magia come l’agricoltura biologica sta alla scienza così come viene di seguito descritto.

L’agricoltura biodinamica è basata sulla “scienza dello spirito”, cioè sulla visione spirituale del mondo concepita più di un secolo fa dal filosofo esoterico Rudolf Steiner (1861-1925). La finalità di chi crede in ciò è quella del conseguimento di un’agricoltura in cui si ottenga un maggiore equilibrio tra l’uomo e l’ecosistema. L’agricoltura biodinamica per tale motivo è una pseudoscienza in quanto non si avvale del metodo scientifico che permette di dimostrare le proprie asserzioni e che costituisce il presupposto fondamentale della scienza.

L’agricoltura biodinamica,  e quindi la biodinamica, fa parte di ciò che il filosofo Karl Popper (1902-1994), nel suo famoso saggio La società aperta e i suoi nemici, definisce razionalismo falso o pseudo-razionalismo che corrisponde all’intuizionismo intellettualistico di Platone: Esso è l’immodesta fiducia nelle proprie superiori doti intellettuali, la pretesa di essere degli iniziati, di conoscere con certezza ed autorità … . Questo intellettualismo autoritario, questa fiducia nel possesso di un infallibile strumento di scoperta, o di un infallibile metodo, questa incapacità di distinguere fra le capacità intellettuali di un uomo e il suo debito verso gli altri per tutto quello che può conoscere o comprendere, questo pseudo-razionalismo è spesso chiamato “razionalismo”, ma è diametralmente opposto a quello che noi chiamiamo con questo nome.

Il vero razionalista è pienamente cosciente della scelta irrazionale della ragione.

La biodinamica, inoltre, non può essere considerata scienza perché non risponde al criterio di falsificabilità di Popper secondo il quale una teoria per essere controllabile e quindi scientifica, deve risultare “confutabile”, altrimenti essa può condurci a qualunque conclusione. Criterio di cui si avvale la scienza moderna.

Gli studi scientifici effettuati, infatti, non hanno rilevato miglioramenti di qualità fra i prodotti biodinamici e quelli coltivati con i consueti metodi biologici come risulta dall’articolo“L’agricoltura biodinamica funziona davvero?” (National Geographic Italia, 21.9.2016) e come si evince da “The Science Behind Biodynamic  Preparations: A Literature Review in HortTechnology”( Linda Chalker-Scott, 1.12. 2013) dove è riportato quanto segue: Given the thinness of the scientific literature and the lack of clear data supporting the efficacy of biodynamic preparations, biodynamic agriculture is not measurably distinct from organic agriculture and should not be recommended as a science-based practice at this time. (Data la scarsità della letteratura scientifica e la mancanza di dati chiari a sostegno dell’efficacia dei preparati biodinamici, l’agricoltura biodinamica è non significativamente distinta dall’agricoltura biologica e non dovrebbe essere raccomandata in questo tempo come pratica basata sulla scienza).

L’agricoltura biologica, invece, si avvale dei principi scientifici di svariate discipline (biologia, chimica, fisica, pedologia, geologia, ecc.)  applicati alle coltivazioni agricole e sfrutta la fertilità naturale del terreno coltivabile sostenendola con prodotti anch’essi biologici al fine di promuovere la biodiversità  delle specie vegetali e animali escludendo l’uso di prodotti sintetici e di organismi geneticamente modificati (OGM). Non vi sono, tuttavia, evidenze scientifiche che l’agricoltura biologica abbia un minor impatto ambientale dei sistemi non biologici né che i prodotti abbiano maggiori qualità nutritive. Gli obiettivi dell’agricoltura biologica definiti dall’IFOAM (Federazione Internazionale dei movimenti per l’agricoltura organica, 1972) sono: la trasformazione delle aziende in un sistema agricolo autosufficiente attingendo alle risorse locali; la salvaguardia della fertilità naturale del terreno; l’evitare ogni forma di inquinamento determinato dalle tecniche agricole; la produzione di alimenti di elevata qualità nutritiva in quantità sufficiente.

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).