Appello Agli Studenti ( Concetto Marchesi 1943)

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Foto da lanazione.it

<Sono rimasto a capo della vostra Università finché speravo di tenerla immune dalla offesa fascista e dalla minaccia germanica, fino a che speravo di difendervi da servitù politiche e militari e di proteggere con la mia fede pubblicamente professata la vostra costretta al silenzio o al segreto. Tale proposito mi ha fatto resistere, contro il malessere che sempre più mi invadeva nel restare a un posto che ai lontani e agli estranei poteva apparire di pacifica convivenza mentre era posto di ininterrotto combattimento. Oggi il dovere mi chiama altrove. Oggi non è più possibile sperare che l’Università resti asilo indisturbato di libere coscienze operose, mentre lo straniero preme alle porte dei nostri istituti e l’ordine di un governo, che -per la defezione di un vecchio complice- ardisce chiamarsi repubblicano, vorrebbe convertire la gioventù universitaria in una milizia di mercenari e di sgherri massacratori>.
Mi limito solo a paventare e al tempo stesso esorcizzare il pericolo strisciante di una Meloni che ci sa fare molto peraltro copia conforme della Le Pen entrambe donne di ferro spinato e arrugginito quindi letale, a invitare amici e sodali a riflettere sul pensiero del grande studioso e filologo oggi allarmante quasi come ieri un periodo quello che stiamo vivendo che va aggrovigliandosi nella ambiguità o superficialità circa la valutazione di un probabile fascismo di ritorno subdolamente esorcizzato purtroppo intuibile essere annidato nel petto di chi sembra non avere ideologicamente abiurato ad esso. Abbiamo un governo di destra e sia, vige il proverbio che la mano sinistra lava la destra purtroppo sappiamo bene la triste sorte della cosiddetta sinistra colpevole un PD fantoccio e mi si passi la volgarità coglione senza se e senza ma, c o g l i o n e con tutta l’amarezza di quanti come lo scrivente lo hanno fin qui condiviso. Ciò non significa davvero volgersi a dritta (!) ma visto che a manca la barra è sbalestrata personalmente sarei per un nuovo Sessantotto, una contestazione dura e pura anche violenta pur di addivenire all’abbattimento dell’avversario possibilmente “incartando” pure gli utopici e puerili stellati, non parliamo dell’ “Uomo che non c’era” (titolo film Fratelli Cohen) quel Conte senza un briciolo di nobiltà e personalità, assolutamente inutile e come già scritto “imbecille” cioè imbelle da latino <in baculum> idest <senza bastone> dunque malfermo o vacillante. Questa purtroppo è la storia una storia amara e di degrado dovuta peraltro a determinati soggetti che hanno creduto di poter fare politica per caso termine intercambiabile con c…. quindi politica del c… amen! Ribadisco la spiritosa allusione alla canzone “Giorgia on my mind” che chissà molti italiani presto canteranno in surroga dell’inno nazionale, per quel che mi riguarda Giorgia out my mind, assolutamente fuori della mia mente! A lei sostituirei e opporrei assai volentieri almeno la copia di una grande donna e combattente quale fu Rosa Luxemburg barbaramente gettata dai nazisti nel fiume Landhere di Berlino di cui il bell’ epitaffio scritto da Brecht con la musica di K. Weill >
EPITAFFIO 1919
<Ora è sparita anche la Rosa rossa, / non si sa dov’è sepolta./Siccome ai poveri ha detto la verità/ i ricchi l’hanno spedita
nell’al di là>.


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