Dalla concezione degli “infiniti mondi” di Giordano Bruno ai “tre diversi livelli di realtà”

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Senza andare molto indietro nel tempo, lo stesso Giordano Bruno (1548 – 1600) nel dialogo filosofico De infinito,universo e mondi (1584) scrive: Di maniera che non è un sol mondo, una sola terra, un solo sole; ma tanti son mondi quante veggiamo circa di noi lampade luminose, le quali non sono più né meno in un cielo ed un loco ed un comprendente, che questo mondo, in cui siamo noi, è in un comprendente, luogo e cielo. Ma se infiniti sono i Mondi e le galassie, l’uomo non può essere il privilegiato del creato. Tantomeno lo è un unico popolo, appartenente alle molteplici e poliedriche razze umane. Il suo grande intuito di uomo pensatore estraneo ai dogmi è stato così immenso e profondo da supporre oltre tre secoli prima quel che la fisica moderna ha scoperto e dimostrato. Purtroppo il filosofo nolano si scontrò, a causa della sua profonda convinzione, con un sistema politico-religioso inquisitorio, i cui componenti a causa di una mentalità fortemente vincolata ai dettami evangelici lo mandarono al rogo: era il 17 febbraio 1600. È stato un evento che dimostra come la Chiesa abbia fortemente ostacolato la libertà di pensiero. Altri studiosi del tempo hanno, per questo, subito pesantemente la prevaricazione ecclesiastica:  il domenicano Tommaso Campanella (1568 – 1639) che di sé diceva: Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia …”, il religioso Paolo Sarpi (1552 – 1623) che scampò a vari attentati a causa delle sue idee non in linea con i dettami ecclesiastici, il fondatore del metodo scientifico Galileo Galilei (1564 – 1642) sottoposto ad abiurare con cuor sincero e fede non finta dall’Inquisizione che lo aveva processato per aver difeso eliocentrismo copernicano.

La concezione quantistica degli “infiniti mondi” prende avvio dal momento in cui il fisico Tedesco Max Planck (1858 -1947) introduce, in una sua pubblicazione (1900), il concetto di “quanto” o “pacchetto”, da cui in seguito nasce e si sviluppa la meccanica quantistica, che mette in risalto l’inadeguatezza della fisica classica basata sulla fisica newtoniana: mentre la fisica classica descrive la luce solo come un’onda e l’elettrone solo come un corpuscolo, la meccanica quantistica, invece, introduce il concetto di dualismo onda-corpuscolo, basato su fatti ed effetti sperimentali – nel senso che l’elettrone, e quindi la materia, oltre che l’aspetto corpuscolare manifesta anche quello ondulatorio. Si potrebbe dire per semplicità che guardando l’elettrone, ovvero il mondo microscopico, ci si trova in un mondo diverso da quello macroscopico, perché in quello delle particelle elementari non si possono applicare quelle leggi della fisica classica che si studiano normalmente a scuola.

La meccanica quantistica, tra l’altro, ci dice che esistono infiniti mondi paralleli (il termine parallelo ha il noto significato geometrico). È stato, infatti, il fisico statunitense Hugh Everett III (1930 – 1982) dell’Università di Princeton a ipotizzare (1957) tale esistenza. Nell’ambito di questa visione, il cosmologo Sean Carroll (1966) del Dipartimento di Fisica del California Institute of Tecnology sostiene che il fatto che particelle elementari come gli elettroni e i fotoni non abbiano un posto fisso nell’universo dimostra che esistono molti universi paralleli. Egli sostiene anche che l’universo non sia iniziato con il Big Bang ma sia sempre esistito; esso si espande costantemente con il tempo, che è un palindromo (parola che letta in senso inverso rimane immutata), che in inglese significa principio, cioè principio su cui si basa una teoria, che è la teoria della causalità inversa di Richard Feynman (1918 -1988)  secondo la quale un positrone, cioè un elettrone con carica positiva può essere considerato come un elettrone che “viaggia” indietro nel tempo;(il positrone è l’antielettrone; dall’impatto di un elettrone con un positrone si ha il processo di annichilazione con produzione di energia). In altre parole, secondo questa teoria, si avrebbe un susseguirsi di eventi in senso inverso a quello che normalmente viviamo o vediamo. Ciò consentirebbe – quel che è noto come paradosso del nonno – ad un essere umano la possibilità di andare a ritroso nel tempo e uccidere il proprio nonno compromettendo in questo modo la sua nascita e quindi la sua vita. E si avrebbe pure un’inversione dell’entropia (con questa parola in fisica si intende una funzione di stato di un sistema connessa con il suo grado di disordine). Tale inversione contrasterebbe con il secondo principio della termodinamica in base al quale in un sistema isolato, cioè  un sistema che non ha scambi né di massa né di energia con altri sistemi, qual è l’Universo, l’entropia aumenta, quindi anche il disordine.

Tutto quanto detto, anche se in modo generico, lascia pensare come la mente umana possa andare oltre l’immaginazione e farci meditare su quel che sostiene il fisico Eugene Vigner (1902 -1995): La coscienza determina l’esistenza. In ciò c’è qualcosa di misterioso che coinvolge il pieno significato della vita che va al di là della nostra comprensione. In questo contesto l’uomo diventa “ricercatore” perché va alla ricerca delle connessioni dei diversi livelli di realtà. Come sostiene, infatti, il fisico teorico rumeno Basarab Nicolescu(1942) esistono in natura – e nella nostra conoscenza della natura – diversi livelli di realtà e, di conseguenza, diversi livelli di percezione. I diversi livelli sono tre: quello macrofisico e visibile in cui noi viviamo, quello microfisico e invisibile delle particelle come gli elettroni e quello cosmologico dell’Universo non esplorabile direttamente dall’uomo. Le leggi fisiche di ogni livello sono valide solo all’interno del livello stesso, e non negli altri. Eppure i tre livelli coesistono e le contraddizioni di ciascun livello non lo sono più negli altri due.

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).