“Non ero lì quella notte e comunque non ho dato la droga a Desirée”. È la difesa di Marco Mancini, il pusher di 36 anni,di Roma, accusato di aver ceduto stupefacenti e psicofarmaci al gruppo di extracomunitari e anche alla 16enne di Cisterna di Latina,Desirée Mariottini,poi trovata morta, tra il 18 e il 19 ottobre,nello stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo. Nell’interrogatorio di convalida del fermo per detenzione e cessione di droga, reso al gip, Maria Paola Tomaselli, Mancini, difeso dall’avvocato Gabriele Galeazzi, ha respinto ogni accusa precisando che la notte in cui la ragazzina ha perso la vita per un mix di sostanze letali, dopo essere stata abusata sessualmente da alcuni spacciatori, non si trovava in quello stabile di via dei Lucani. Il Gip ha comunque deciso che Mancini resterà in carcere, facendo però cadere per l’indagato l’aggravante della cessione di sostanza stupefacente ad un minore
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