Titolo: Diabolik
Regia: Manetti Bros.
Soggetto: Mario Gomboli, Manetti Bros., Michelangelo La Neve (dal fumetto n. 3 del 1963: L’arresto di Diabolik)
Sceneggiatura: Manetti Bros., Michelangelo La Neve
Musiche: Pivio e Aldo De Scalzi
Paese Produzione: Italia, 2021
Cast: Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Alessandro Roja, Claudia Gerini, Serena Rossi, Roberto Citran, Vanessa Scalera, Lorenzo Pedrotti, Stefano Pesce, Antonino Iuorio, […]
Dopo il film Diabolik (1968) di Mario Bava, ora viene distribuito nelle sale italiane l’omonima versione (2021) diretta dai fratelli Manetti, Antonio e Marco, il cui soggetto è stato tratto dal fumetto L’arresto di Diabolik (1963). Sono andato a vedere con molto interesse questo film, perché il titolo istintivamente ha trasportato la mia mente nel tempo in cui, alle soglie dell’adolescenza, sfogliai e lessi con grande curiosità tutta la serie fumettistica, essendo stato attratto dalla grande sagacia e dalla poliedrica conoscenza e competenza di questo genio senza legge e dall’indole sui generis. E anche dalla sua fantastica Jaguar nera. Già dal 1962 le edicole avevano iniziato a vendere con grande successo le avventure fumettistiche di questo personaggio partorito dall’estro creativo di Angela Giussani che in seguito – data la popolarità del fumetto – si fece affiancare dalla sorella Luciana. Era un segnale dei favolosi anni sessanta, in cui l’Italia si avviava ad un’incredibile rinascita sia socio-culturale che economica? Forse!
Nella narrazione del film si avverte il sentore tutto italiano dei due bravi ed estrosi fratelli registi Manetti che, anche se manifestano una vocazione di gusto internazionale e una grande capacità di guardare le cose con ima acutezza e verve critica, raccontano in modo metaforico alcuni aspetti socio-culturali attuali dell’Italia, tant’è che non è un caso che la fantomatica città di Clerville, dove si svolge la vita rocambolesca e fantasmagorica di Diabolik, risulti composta da un aggregato di ambienti diversi, suggestivi e importanti, ricavati da alcuni luoghi di città come Trieste, Milano e Bologna.
Il film descrive con il caratteristico linguaggio noir una delle prime avventure di Diabolik (Luca Marinelli) che, ancora una volta con grande maestria, sfuggendo alla polizia comandata dall’ispettore Ginko (Valerio Mastandrea), cerca di incontrare e di conoscere la bellissima e ricca ereditiera Eva Kant (Miriam Leone), proveniente con un pregiatissimo diamante di colore rosa dal Sudafrica. Ovviamente Diabolik – uomo dalle capacità straordinarie che mette in campo delle strategie singolari, tra cui il travestimento, per rubare e per sfuggire alla polizia – volendo entrare in possesso di quel prezioso gioiello rimane affascinato profondamente da Eva che, a sua volta, nel vederlo se ne infatua. Al tempo stesso, l’ispettore Ginko, che conosce molto bene la psicologia diabolica del genio criminale dotato anche di accurato fiuto canino per i tesori di alto pregio, pianifica una strategia per arrestarlo definitivamente e mandarlo alla ghigliottina. Questa strategia andrà a buon fine dato che nella vicenda sarà indirettamente coinvolto anche il viceministro Caron (Alessandro Roja) che è innamorato di Eva? Ci sarà una verità? La verità quale sarà? Quella che si manifesta in un dato momento o quella che emerge un momento dopo? Un orientamento forse potrebbe essere suggerito dalle canzoni di Manuel Agnelli, che completano con coerenza e significativamente il profilo del film, come La profondità degli abissi in cui «…/ La verità/ La verità si può cambiare/ La verità/ La verità si può travestire/ Mi dai la caccia/ Nei miei occhi, segui i miei passi/Non vorrei che tu ci trovassi/ La profondità degli abissi …»/ e come Pum pam pum: «…/ Puoi scomparire/ Cambiare città/ Non puoi scappare da quel che sei / …». Un susseguirsi di colpi di scena, di bizzarrie singolari e di estrosità inaspettate rendono lo spettatore ancora più partecipe della storia coinvolgente che sottolinea gli intrighi, i ricatti, le insidie e le miserie umane che gli stereotipi sociali relegano soltanto nelle vicende dei criminali propriamente detti, ma che spesso sono connessi con il potere del minuscolo e miserabile politicante di turno.
Dati l’inaspettata originalità, il giusto equilibrio tra le diverse sfaccettature della storia e il dosaggio appropriato dei tempi assegnati alle varie situazioni e al loro susseguirsi, il film Diabolik, come è avvenuto negli anni sessanta per il fumetto, potrebbe essere una delle tante premesse di una nuova rinascita nazionale italiana o, come si è verificato per i film spaghetti western scaturiti dal successo inaspettato di Per un pugno di dollari (1964) di Sergio Leone, potrebbe costituire l’inizio di una serie di film noir di stampo prettamente italiano? Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza, è il giudizio sospeso di manzoniana memoria.
Filmografia
Consegna a domicilio (episodio del film De Generazione – 1994), Zora la vampira (2000), Piano 17 (2005), L’arrivo di Wang (2011), Paura (2012), Song’e Napule (2013), Ammore e malavita (2017).
Francesco Giuliano
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