Dipendenza da alcol: tra gli adolescenti preoccupa il binge drinking, bere fino a star male

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Foto Italia a Tavola

PISA – “Quasi 8 milioni i consumatori a rischio e 3 milioni e mezzo i binge drinker. In 750 mila hanno già un danno da alcol non intercettato”. Sono questi i numeri riportati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) in occasione del Alcohol prevention day 2023, la giornata sulla consapevolezza contro l’abuso di alcol che quest’anno si è svolta il 19 aprile.

Una dipendenza, quella da alcol, che nel territorio dell’AUSL Toscana nord ovest ha un’incidenza più alta rispetto alla media regionale.

“Nel 2022 gli utenti alcoldipendenti in carico ai 12 SerD Asl sono stati 2.020 – afferma Maurizio Varese, direttore dell’area Dipendenze – il 22,5% del totale. Circa l’80% sono maschi e il 20% femmine. Hanno dai 14 agli 80 anni, per un’età media di 50. Naturalmente nei ragazzi molto giovani preferiamo parlare di disturbi alcol correlati, piuttosto che di vera e propria dipendenza da alcol. Tuttavia il fenomeno sta assumendo dimensioni rilevanti”.

“A preoccupare è in particolare il cosiddetto binge drinking -spiega Varese- l’abbuffata di alcol: bere in maniera compulsiva, bicchiere dopo bicchiere, per raggiungere il più in fretta possibile l’ebbrezza. Si parla di binge drinking quando si assumono 5 o più unità alcoliche nel giro di 4-5 ore. Per le donne la soglia è 4 unità. Una unità alcolica corrisponde a 12 grammi di etanolo, ovvero alla quantità di alcol contenuto in una lattina di birra da 333 ml, a un bicchiere di vino da 125 ml, a un aperitivo da 80ml o a un bicchierino di superalcolico da 40 ml. E’ evidente che all’ebbrezza subentra l’ubriacatura o, peggio ancora, l’intossicazione”.

“Secondo i dati dell’Agenzia regionale di sanità – va avanti il direttore – in Toscana gli adolescenti che riferiscono di aver avuto almeno un episodio di binge drinking nell’ultimo mese sono il 33,4%. Nell’AUSL Toscana nord ovest questa percentuale è leggermente superiore, pari al 34,2%, con punte di oltre il 40% a Lucca, in Garfagnana,nella zona delle Apuane, nell’Alta Val di Cecina e in Valdera”.

“Si tratta di una modalità molto più rischiosa – continua Varese – specialmente per gli adolescenti che non hanno ancora completamente sviluppato i sistemi di metabolizzazione dell’alcol quindi, a parità di alcol assunto rispetto agli adulti, hanno dei tassi di alcolemia molto più alti, con effetti che deprimono le funzionalità cerebrali e che si ripercuotono sul comportamento. Spesso capita che finiscano in stato soporoso o in coma etilico al pronto soccorso”.

“Il genere femminile, poi, per ragioni di metabolismo e di ormoni, è più esposto di quello maschile agli effetti deprimenti dell’alcol. In genere le donne si avvicinano più tardi all’abuso alcolico rispetto agli uomini, ma sviluppano dipendenza più velocemente. Vale la pena sottolineare però, che oggi assistiamo a un abbassamento dell’età di primo contatto con l’alcol e a un’ uniformità di modelli di consumo tra maschi e femmine. Non c’è più un consumo di vino legato ai pasti, ma un consumo di birra e superalcolici concentrato nel fine settimana”.

Esiste infine un altro comportamento molto rischioso e diffuso. “Purtroppo il consumo di alcol è sempre più associato ad altre droghe, in modo particolare alla cocaina. Il mix di alcol e cocaina forma nell’organismo una sostanza altamente neurotossica ed epatotossica: il cocaetilene, che danneggia il sistema nervoso e il fegato”.

 


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