Il cammino non è importante quando si inizia, ma diventa importante quando si arriva alla fine del viaggio, dice Gianfranco Lanni a commento del suo impegnativo percorso che sta compiendo in questi giorni insieme a due amici, Luciano Perpetuini, il reggino Giuseppe Errigo, venuto qui proprio per questa impresa. Loro tre infatti stanno affrontando proprio in questi giorni il Cammino di San Benedetto.

Racconta chi l’ha fatto, che la natura selvatica, l’ambiente familiare ed accogliente dei minuscoli borghi che si attraversano, la cultura gastronomica e i piccoli posti mai visti, fanno di questo Cammino una scoperta quotidiana, silenziosa e rispettosa.

Sono trecento chilometri in tutto. Si parte da Norcia e superando delle piccole alture e rimanendo immersi in una fresca natura, si arriva a Cascia, dove visse Santa Rita, la “Santa degli impossibili”, quindi Monteleone di Spoleto, un affascinante borgo medievale dal paesaggio bucolico. Quindi Leonessa, primo Comune in territorio laziale, splendida ed antica cittadina ai piedi dei monti Reatini, in cui si fondono mirabilmente Medioevo e Rinascimento. Attraverso estesi boschi di faggio si scavalcano i monti Reatini e si arriva a Poggio Bustone, importante luogo francescano per il sacro. Per il profano invece Poggio Bustone è la città nativa di Lucio Battisti.

Attraversando quindi le propaggini dei monti Sibillini, la valle dell’Aniene e la valle del Liri, si arriva a Cassino, tappa finale.

Sono 16 tappe in tutto attraversando sentieri, carrarecce e strade a basso traffico e percorrendo valli e monti di Umbria e Lazio. Non soltanto un viaggio nel mondo benedettino, ma anche un pellegrinaggio sui luoghi di santi anch’essi popolarissimi, come Rita da Cascia, Francesco d’Assisi, e Tommaso d’Aquino. O meno noti, come Giuseppe da Leonessa e Agostina Pietrantoni.

“Gli altri ci impiegano sedici giorni, spiega Gianfranco, ma noi li faremo in dodici”.
Hanno dovuto rimandare la partenza a causa della pandemia e si sono allenati a questo percorso in salita percorrendo i sentieri del monte Gemma, della Semprevisa e del Naso di San Felice Circeo.
Sono partiti sabato scorso da Latina in treno, direzione Spoleto. Da lì hanno raggiunto Norcia in autobus, dopodichè si sono incamminati per Cascia.
Luciano che compila un piccolo diario scrive che dopo un’abbondante colazione a base di pancetta, parmigiano e banane, si sono incamminati a passo sostenuto per la città di santa Rita, indossando le magliette con il logo del cammino di san Benedetto portate da Giuseppe e seguendo un percorso con saliscendi di medio livello. Il percorso era abbastanza ombreggiato da grandi alberi di querce.

E la sera, dopo essersi rinfrescati, visitato Cascia, la basilica e ascoltato la Messa, Luciano ha preparato per i pellegrini e compagni di viaggio una deliziosa cena a base di trippa alla romana.


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Giornalista, scrittrice e blogger, con parecchi anni di giornalismo alle spalle. Ho iniziato a Latina Oggi, giornale appena nato e poi al Messaggero. Quindi a Roma per più di 20 anni, negli uffici stampa dei Ministri dell'Economia e Finanze e dell'Istruzione, Università e Ricerca. Qui ho diretto la redazione scientifica di Researchitaly, portale della Ricerca Internazionale. Un'esperienza unica quella di Roma, che mi ha portato a vincere importanti premi di giornalismo, come cronista, come miglior addetto stampa nella Pubblica Amministrazione e come scrittrice. L' ultimo è il premio Camilla. Mi occupo di Pari opportunità praticamente da sempre. Ho scritto libri e realizzato interviste a donne e uomini importanti. Fiera di averne fatte tre alla professoressa Rita Levi Montalcini ( compresa l'ultima concessami prima di morire), e poi a Margherita Hack, Umberto Veronesi e tanti altri, scienziati, politici, ministri, etc. Ora eccomi qui, a occuparmi di nuovo della mia città.