Siamo destinati a divenire una enorme, indistinta periferia romana?
Quanto la pandemia ha contribuito ad aggravare la fase di difficoltà?
Quali prospettive per una ripresa sostenibile?

Tre domande fondamentali a cui Erasmo Fiumara, apprezzato dirigente della Camera di Commercio di Latina e autore in passato di numerosi studi pubblicati dall’Ente, cerca di dare una risposta in un saggio appena uscito, contenente un’efficace e completa analisi statistica e non solo, del nostro territorio. Analisi a cui si aggiungono preziose idee, riguardanti le possibilità di sviluppo, che gli amministratori locali dovrebbero prendere ad esempio.

La presentazione del volume è di Giovanni Acampora, presidente della Camera di Commercio I.A.A. del Lazio sud.
Fiumara, dice Acampora, ha grandissima esperienza nel settore e possiede un “bagaglio di conoscenze prezioso”. Sarebbe la cosiddetta memoria storica del nostro territorio, insomma, che fa la differenza su tutto. “ La sua vivacità intellettuale continua ad essere carica dell’effervescenza che lo ha sempre contraddistinto”. L’auspicio dunque del Presidente è che dia seguito ad altre ricerche come questa, utili a tutti.

Fiumara descrive questa giovane provincia scattante e dinamica. Una provincia dai rapidissimi mutamenti.

Mentre le altre realtà ci hanno impiegato migliaia di anni a cadenzare lo sviluppo del territorio, dice, noi lo abbiamo fatto in meno di 90 anni e attraversando tutte le tappe siamo riusciti a conquistare uno sviluppo repentino e immediato.

Il punto di partenza, scrive Fiumara, è stata la creazione di un primo tessuto economico e civile. Ad esso è seguito un’affermazione dei settori produttivi e quindi una conseguente espansione. Il passo successivo è stata la stabilizzazione dei processi e il passaggio ad un’economia dei servizi, che ha poi ceduto il passo al rallentamento per arrivare, infine, come tutti, alle difficoltà dell’oggi. Tutto in 90 anni. Siamo davvero precoci.

Tra le tante contraddizioni del territorio pontino, sottolinea il ricercatore, ve n’è una importante di carattere storiografico. Abbiamo una sterminata produzione di saggi, ricerche, analisi, ed anche rievocazioni romanzate sui “ fasti” della bonificazione. Non abbiamo però studi sistematici sull’evoluzione vissuta dalla seconda metà del XX secolo in avanti.

In passato non sono mancati studi e ricerche, poi approdati anche alla Svimez ( Associazione per lo SViluppo dell’Industria nel MEZzogiorno). Ma da un certo punto in poi, le cose si sono fermate. Ed è da qui che Fiumara, cercando di ricostruire questo gap storico, è ripartito. E in mancanza di documenti scritti, lo ha fatto ascoltando direttamente “ singoli apporti sparsi”.

Il periodo comunque non è lungo. La storia di questa provincia parte solo dalla fine dell’ultima guerra mondiale, perché prima c’è stato solo un assemblaggio di territori e di comunità differenti. Senza una vera coesione.

Littoria al momento della sua investitura a provincia contava ben 18 mila abitanti, perlopiù sparsi nelle campagne e nei borghi.

L’anno zero di Latina ha quindi inizio dal dopoguerra. Con una situazione catastrofica. Molti i centri, dice Fiumara, con indici di distruzione superiori all’80%. La palude aveva rialzato la testa. Il reddito per abitante medio era meno della metà di quello nazionale, di per sé, già depresso e il 17% della popolazione era analfabeta.

Ecco dunque la radiografia di partenza. Una radiografia impietosa e spiazzante.
Come uscirne? Come ricostruire dalle ceneri uno sviluppo e un sistema economico che desse dunque delle garanzie e fiducia a una popolazione piegata dalle mille difficoltà di tutti i generi?

Fiumara ce lo descrive. In due soli decenni, dice, questa realtà claudicante e traballante, ha fatto miracoli. E’ riuscita in cose impensabili. Ha trasformato e valorizzato l’agricoltura e guidato nello stesso tempo una incredibile espansione industriale.

C’è un trucco? No. C’è un nome: “Cassa per il Mezzogiorno”, ente pubblico italiano creato dal Governo De Gasperi, per finanziare iniziative industriali tese allo sviluppo economico del meridione d’Italia allo scopo di colmare il divario con l’Italia settentrionale.

Alla classe politica del tempo, sottolinea Fiumara, va riconosciuto l’inserimento delle aree più svantaggiate del nostro territorio in questo treno per lo sviluppo

Quello che non le si può però perdonare, però, è la mancanza di una visione complessiva che tenesse in debito conto il territorio e la sua tutela.

Sono infatti prevalsi all’epoca: avidità, imprevidenza e limiti culturali. Si è ceduto e svenduto il territorio a costruttori che non hanno tenuto in considerazione la salvaguardia dell’ambiente. L’orgia del mattone e del cemento ha colpito tutti. Piano, piano, ma molto piano, ne stiamo uscendo. Dobbiamo quindi rimboccarci le maniche per ricostruire il nostro futuro sostenibile, sopportabile e ragionevole. La medicina salvavita è il prossimo PNNR, occasione irripetibile per nuovi servizi e infrastrutture. Le basi per la ripartenza ci sono. Gli spunti pure. Al lavoro, dunque.


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedenteL’assoluzione di Rino Monti e la furia manettara di “quelli di sempre”
Articolo successivoFrosinone, distrae un’anziana e le ruba la borsa: denunciato un 20enne pizzicato dalle telecamere di un supermercato
Giornalista, scrittrice e blogger, con parecchi anni di giornalismo alle spalle. Ho iniziato a Latina Oggi, giornale appena nato e poi al Messaggero. Quindi a Roma per più di 20 anni, negli uffici stampa dei Ministri dell'Economia e Finanze e dell'Istruzione, Università e Ricerca. Qui ho diretto la redazione scientifica di Researchitaly, portale della Ricerca Internazionale. Un'esperienza unica quella di Roma, che mi ha portato a vincere importanti premi di giornalismo, come cronista, come miglior addetto stampa nella Pubblica Amministrazione e come scrittrice. L' ultimo è il premio Camilla. Mi occupo di Pari opportunità praticamente da sempre. Ho scritto libri e realizzato interviste a donne e uomini importanti. Fiera di averne fatte tre alla professoressa Rita Levi Montalcini ( compresa l'ultima concessami prima di morire), e poi a Margherita Hack, Umberto Veronesi e tanti altri, scienziati, politici, ministri, etc. Ora eccomi qui, a occuparmi di nuovo della mia città.