“Esterno notte” è una disamina pungente e poetica dei fatti esterni più rilevanti che sono avvenuti durante il sequestro di Aldo Moro

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Titolo: Esterno notte

Regia: Marco Bellocchio

Sceneggiatura: Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davie Serino

Musiche: Fabio Massimo Capogrosso

Produzione Paese: Italia, Francia, 2022

Cast: Fabrizio Gifuni, Margherita Buy, Toni Servillo, Frausto, Russo Alesi, Daniela Marra, Gabriel Montesi, Davide Mancini, Paolo Pierobon, Fabrizio Contri, Pier Giorgio Bellocchio, Antonio Piovanelli, Bruno Cariello, Gigio Alberti, Emanuele Aita, Miguel Gotor, […]

Dopo Buongiorno,notte (2003) il regista Marco Bellocchio dirige questo film, alias serie TV, Esterno notte, che è basato ancora una volta sul rapimento del politico democristiano Aldo Moro, visto da una visuale diversa, esteriore, sensibilmente e umanamente altruistica, dove vengono messe in evidenza le perplessità, i dilemmi, le ambiguità, e quant’altro, di tutti coloro che furono coinvolti direttamente o indirettamente dal rapimento. Palesemente quel rapimento evidenziava un attacco allo Stato che implicò, o per amicizia, o per partito, o per legame affettivo, il papa Paolo VI (Toni Servillo), il Ministro dell’Interno Francesco Cossiga (Fausto Russo Alesi), la moglie Eleonora Moro (Margherita Buy), il Primo Ministro Giulio Andreotti (Fabrizio Contri), il capo della polizia Spinella (Pier Giorgio Bellocchio).

Dopo la strage di piazza Fontana a Milano, avvenuta il 12 dicembre 1969, iniziò il periodo storico più tormentato della storia repubblicana, noto come strategia della tensione. Infatti, ci fu un susseguirsi di attentati dinamitardi, tra cui quello di piazza della Loggia di Brescia (28 maggio1974) e quello del treno Italicus (4 agosto 1974), fino ad arrivare al 1978, anno in cui nelle più grandi città italiane (Roma, Milano, Torino, Genova, ecc.) ci furono continui cortei di protesta e scontri  con la polizia. Non c’era un partito che avesse la maggioranza dei seggi in parlamento, anche se alle elezioni del 1976 il primo partito fu la Democrazia cristiana, che rasentò il 39% dei consensi, e il secondo il Partito comunista che si distaccava dal primo di circa quattro punti percentuali. Sulla base di questi risultati e data la situazione sociale al limite della sostenibilità, Aldo Moro, in qualità di Presidente della Democrazia cristiana, pensò di costituire un “Governo di solidarietà nazionale” che ottenne la fiducia grazie all’astensione del Partito comunista. Un governo fondato su una formula politica innovativa proposta qualche anno prima dal segretario del PCI, Enrico Berlinguer – il compromesso storico tra due forze politiche popolari ma ideologicamente antitetiche: la DC, partito cattolico, e il PCI, partito laico e marxista. Tutto, comunque, avvenne così come concordato tra Aldo Moro e il segretario del PCI, Enrico Berlinguer. Ciò determinò una contenuta polemica all’interno della DC, ma la nuova situazione rimase comunque indigesta agli USA e ai cosiddetti “poteri forti” nostrani, quegli stessi “poteri” che avevano predominato anche durante il fascismo. Subito dopo la formazione del governo, avvenne il rapimento di Moro da parte delle Brigate Rosse e l’uccisione dell’intera scorta. Aver lasciato poi morire un uomo politico impegnato con anima e corpo a risolvere i problemi dello Stato, fu una scelta cinica giustificata ambiguamente da una conclamata “fermezza” del governo. E forse fu ciò la causa determinante del fatto che, da allora in poi, in Italia, non ci siano stati più uomini di alto spessore morale, consapevoli del ruolo assegnatogli dagli elettori. Insomma, è un dato di fatto che non ci siano stati politici nuovi degni di questo nome, che abbiano saputo manifestare il dinamismo, la forte e convinta inclinazione altruistica, la ricerca del supremo bene generale a vantaggio di quello personale, la creatività avulsa da un dogmatismo rigido e intransigente, la perspicacia e la lungimiranza, lo spessore culturale e umano di questo grande uomo politico. E che ci sia stato, nel contempo, un affievolimento dell’anima democratica che la realizzazione del compromesso storico, invece, avrebbe rinvigorito in quanto le due forze politiche – DC e PCI – rappresentavano quasi i tre quarti degli elettori italiani. La durata del sequestro è metaforicamente come la pesante croce lignea, come avvenne a Gesù Cristo circa duemila anni fa, che Moro fu costretto a portare in spalla e che, per espiare tutti i peccati commessi dai alcuni dei colleghi di partito, ne anticipava la morte, la quale improvvisa e inaspettata sopraggiunse lasciando gli Italiani sgomenti e disorientati. Comunque la si intenda, tuttavia, aleggia nel film un telos, un quasi inavvertibile, ininterrotto, fastidioso, flusso irrefrenabile e inarrestabile, che lo avrebbe comunque portato alla fine dei suoi giorni: Faber est suae quisque fortunae, cioè Ognuno è artefice della propria sorte, come scriveva lo storico romano antico Sallustio (I secolo a.C.), citando il politico Appio Claudio Cieco (IV – III sec. a.C.). In altre parole, sorge spontaneo il riferimento al pensiero gattopardesco, secondo il quale nel nostro Paese qualunque sia il cambiamento, esso deve essere tale da lasciare le cose come stanno, altrimenti il rischio è molto elevato!

La sceneggiatura del film mostra, attraverso l’epos di tutti i suoi maggiori protagonisti, buoni e cattivi, un vigore attraente e coinvolgente, da cui emergono le miserabili fattezze umane oppure il relativo ethos, e conferisce un’efficacia commovente esaltata dall’incertezza di cui ogni essere umano, consapevole della sua responsabilità, è angosciato, come avvenne al papa Paolo VI e al Ministro dell’Interno Cossiga. Assieme a tutto ciò, ottima risulta la concatenazione degli eventi, sia quelli improbabili sia quelli conflittuali, che lasciano trasparire talora becere vene oscurantiste che emergono da una manifesta superficialità e, al tempo stesso, dal ricorso a personaggi foschi e ambigui, sicuri di risolvere tutto affidandosi alla preveggenza. Eccellente anche la colonna sonora del film, ideata da Fabio Massimo Capogrosso, che riesce a legarsi indissolubilmente a quest’opera cinematografica la quale, forse, se non la migliore, è sicuramente tra le migliori pellicole partorite dall’intelletto di Marco Bellocchio.

Per la sua alta valenza storica recente e per la sua forte potenza interpretativa, Esterno notte assume un significato didatticamente e storicamente importante che permette forse di comprendere che lo status socio-politico italiano attuale è soprattutto figlio legittimo di quel fatto infausto. Chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato – scriveva George Orwell nel suo romanzo distopico: 1984.

Esterno notte è stato presentato in anteprima nella sezione “Premiere” al Festival del Cinema di Cannes 2022.

Esterno notte è una serie Tv per il cinema divisa in due parti: la prima nelle sale dal 18 maggio e la seconda dal 9 giugno.

Filmografia

I pugni in tasca (1965), La Cina è vicina (1967), Nel nome del padre (1972), Sbatti il mostro in prima pagina (1972), Marcia trionfale (1976), Salto nel vuoto (1980), Gli occhi, la bocca (1982), Enrico IV (1984), Diavolo in corpo (1986), La visione del sabba (1988), La condanna (1991), Il sogno della farfalla (1994), Il principe di Homburg (1997) La balia (1999), L’ora di religione (2002), Buongiorno, notte (2003), Il regista di matrimoni (2006), Sorelle (2006), Vincere (2009), Sorella Mai (2010), Bella addormentata (2012), Sangue del mio sangue (2015), Fai bei sogni (2016), Il traditore (2019).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).