Fabio Samaritani, cintura gialla di judo: quando lo sport non ha barriere

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Fabio Samaritani, 53 anni di Latina, ha appena conquistato la cintura gialla di judo. Una conquista importante da parte di un atleta non vedente. Appassionato di sport e vicepresidente della Polisportiva U.I.C. Nuova Latina, da qualche mese si è avvicinato a questo sport e contemporaneamente continua a praticare il torball: “E’ importante innanzitutto spiegare che nel 2006 abbiamo creato la polisportiva per favorire l’integrazione di persone con disabilità visiva attraverso il mondo dello sport. Gli sport che abbiamo praticato nel corso di questi dieci anni sono stati essenzialmente l’atletica, lo show down, il goalball e il torball che consente la contemporanea presenza nelle squadre di atleti non vedenti e di un atleta vedente, purché bendato, ed assume quindi un’importate funzione di coesione sociale. I miei compagni di squadra nel torball sono: Fulvio Diana, Presidente della Polisportiva, Domenico Volpe, Michael Federici, Mirko Mingione. Negli anni scorsi siamo riusciti a disputare il campionato di serie A, tornei nazionali ed internazionali. Ora siamo nella serie B e, tra mille difficoltà, visto che il gruppo di atleti è ridotto e non abbiamo ricambio generazionale, riusciamo comunque a non sfigurare con le altre squadre sia in campionato sia nei vari tornei. Oltre a giocare torball – prosegue – ho cominciato a praticare le arti marziali. Lo scorso anno, infatti, mi sono avvicinato all’aikido e quest’anno al judo. Grazie al maestro Alberto Iacomini ho subito avuto familiarità con i movimenti e le tecniche del judo e mi sono inserito facilmente nel gruppo dei suoi ragazzi. Tre volte a settimana ci alleniamo duramente tutti insieme, senza problemi. Così è arrivata l’emozione della prima cintura nel judo: una grande soddisfazione per una delle arti marziali che mi ha attratto da sempre. Forse, al momento, sono l’unico atleta con disabilità visive a praticarla a Latina e in provincia. In passato, il judoka pontino era Mirko Mingione. Spero che anche altri, magari a mia insaputa, lo pratichino: mi piacerebbe riuscire ad organizzare qualche allenamento insieme e, perché no, anche un vero e proprio team per la città o la provincia di Latina che possa partecipare alle competizioni del Comitato Paralimpico”.

 

 


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