Caravaggio

Andrea Gregori, in arte Caravaggio, racconta il suo nuovo brano Le donne di Botero. “Il concetto di libertà è al centro del pezzo. Libertà di opinione e libertà di espressione, la libertà di poter spostare la propria prospettiva e visione del mondo rispetto al pensiero di massa. La nostra società tende ad omologare le opinioni. Una società globalizzata ed omologata è semplice da gestire, da influenzare.

Il protagonista della canzone prende coscienza di questo e urla di rabbia: mi piacciono le donne di Botero. Questa è una provocazione poiché il canone estetico di Botero è qualcosa di assolutamente lontano da quello a noi e da noi imposto”.

Alla domanda “A quale genere musicale ti senti più vicino con questa canzone? Cosa devono aspettarsi i tuoi ascoltatori?” L’artista risponde “Premettendo che non amo imporre etichette, posso con certezza affermare che siamo in ambito pop, cantautorale. È un brano anche dall’anima indie. C’è dell’elettronica ma anche un nuovo elemento che è la ritmica funky”.

L’idea nasce da un’esperienza collettiva e da una personale dell’artista. L’autore racconta che fonte di ispirazione è stato il senso di claustrofobia causato dall’ultimo periodo, segnato dalla pandemia. Un secondo elemento di influenza sono i quadri di Botero. “Tanti anni fa vivevo a Milano, sotto casa mia c’era un negozio che vendeva repliche di quadri famosi, restaurati. Qui vi erano due riproduzioni dei quadri di Botero, ricordo che ero estasiato dalla bellezza delle donne che egli dipingeva”.

Qui il link Spotify per ascoltare la canzone


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Classe ’96, laureata in Management dei beni culturali presso l’università di Macerata. La carriera universitaria e lavorativa mi hanno formata nella scrittura online e giornalistica. Appassionata di arte e spettacolo. In continua formazione nel campo del marketing e della comunicazione.