LATINA – Da quando è stato introdotto l’obbligo del Green pass per i lavoratori, in pochissimi giorni nella regione Lazio si è registrato un picco di certificati per malattia presentati. Il Codacons ha deciso dunque di vederci chiaro, annunciando esposti alle procure di Roma, Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti, con l’intento di fare chiarezza sulla crescita delle certificazioni che potrebbe configurare i reati di falso ideologico e truffa aggravata.
I certificati presentati lo scorso 15 ottobre, giorno di entrata in vigore delle nuove norme sul Green pass, sono stati infatti 9.787 contro i 7.742 del venerdì precedente: un aumento considerevole del 26,4%. Con l’avvio della prima settimana lavorativa, il numero è stato pari addirittura a 19.241, con un incremento dunque dell’11,4% rispetto al lunedì precedente. «Una crescita abnorme –spiega il Codacons – che fa sorgere il sospetto che nel Lazio molti lavoratori, non disponendo di Green pass e non volendo ricorrere al tampone, abbiano scelto di mettersi in malattia allo scopo di non recarsi al lavoro e non subire le sanzioni previste per i dipendenti pubblici e privati privi di certificazione sanitaria. Malattie con ogni probabilità inesistenti che producono un danno per le casse dell’Inps e potrebbero realizzare reati sia da parte dei lavoratori, sia dei medici che hanno firmato certificati falsi».
Il Codacons sottolinea che chiederà alla procure delle province della regione di aprire indagini sul territorio in merito all’escalation di certificati per malattia presentati dai lavoratori dal 15 ottobre ad oggi, acquisendo la relativa documentazione e verificando l’operato dei medici di base.
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