Il Buongiorno Dell’Amico. Fuori di testa?

Buona pausa caffè fuori di testa

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Le proteste dei ristoratori a Roma - Foto Corriere Roma

Leggo e vedo cose in queste ore che solo noi umani…
Dal video choc di Beppe Grillo a difesa del figlio accusato di stupro che attacca a testa bassa magistrati e giornalisti, dimostrando che più che garante del movimento 5 Stelle, deve garantirsi un abbonamento al più vicino Centro di Salute Mentale pubblico (o se lo schifa, in clinica privata).
Agli articoli sulla politica fangosa, invischiata nelle concerie in Toscana; ai blocchi stradali, per 5 ore sulla A1 ad Incisa Valdarno dei ristoratori di Tutela Nazionale, per riaprire tutto “in sicurezza”; alla prevista manifestazione dei negazionisti a Marina di Carrara, ordita dal camerata Nicola Franzoni che vuole istituire un tribunale del popolo per giudicare i colpevoli della dittatura sanitaria, penso che si stia rischiando l’overdose mediatica.

Con un indice di contagio che non cala, con una campagna vaccinale che è proceduta con “uno zoccolo ed una ciabatta”, ove più ove meno, in tutta Italia, tra gli atroci sospetti sui danni provocabili dal vaccino Astrazeneca ed i suoi gravissimi ritardi nella consegna delle dosi, riaprire dopo il 25 aprile 2021 equivale, secondo me, alle probabilità di azzeccare una cinquina secca. Super Mario ci narra nella sua conferenza stampa di rischio calcolato. Io sostengo che in un anno dovevano essere prodotti vaccini in autonomia in Italia, dovevano essere create zone esterne ai locali, senza pagamento del suolo pubblico, per vendere e ristorare in sicurezza, evitando i letali assembramenti. Dovevano non essere portati alla canna del gas i ristoratori ed i commercianti onesti colpiti più duramente dai lockdown di altri ed invece si è preferito chiudere un occhio o tutti e due, limitandosi a multare i “furbetti del coronavirus” che si sono ammantati di eroismo eversivo con la campagna ”Io apro”. A questi figuri, in caso di recidiva, andavano sigillati i ristoranti, processati e mandati in galera: una multa (se mai la pagheranno) non previene dal pericolo di contagio che loro hanno sistematicamente provocato ad altri . Questi untori “resistenti” hanno infranto le leggi e se ne sono fottuti dei loro colleghi onesti, pensando, ignobilmente a salvarsi da soli e non come intera categoria. Non ci sto alla guerra tra poveri che porta a scagliarsi contro chi ha uno stipendio da statale o da pensionato, perché garantiti, “con il culo al caldo”, è sintomo di barbarie sociale. Solo gli invidiosi sociali, gli astiosi e gli idioti dimenticano che non sono solo gli industriali, gli artigiani, i commercianti, i ristoratori, gli idraulici, le partite IVA a far girare l’economia, ma anche tutte le famiglie dei dipendenti pubblici e privati ed i pensionati, con i loro emolumenti comprando giornalmente merci e servizi. La disperazione economica deve portare ad elevare i livelli di solidarietà sociale, non a tentativi di insurrezioni sottoproletarie e fasciste come quelle di chi voleva forzare i cordoni in piazza ed invadere Montecitorio.

Il mio animo di democratico e libertario ha sofferto indicibilmente la negazione di libertà individuale da lockdown. Amo viaggiare e conoscere nuove genti, usi e costumi, ma per “tornare alla vita”, occorrerà il buon senso delle aperture graduali, in base alle zone con indicatore di contagio in calo. La libertà si coniuga con democrazia. Ed io sono sono coerente ai dettami della Costituzione Italiana ed ai valori che erano alla base della Liberazione dal nazifascismo. In nome della autentica libertà e della democrazia, dobbiamo essere tutelati dalle Autorità costituite dai negazionisti del coronavirus, dai no vax e dai no mask. Quando di mezzo c’è la salute, se vogliamo mantenere un barlume di civiltà ed umanità, non si deve salvare il più forte, economicamente o fisicamente, ma abbiamo il diritto a salvarci
TUTTI. Non possiamo accettare il cinismo, dopo 117.000 morti in Italia da e per coronavirus, che possa passare la tesi dei fuori di testa in quali sostengono che le vittime erano soggetti decrepiti, morti per “poco più di una banale influenza”.


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Evandro Dell'Amico Nato a Carrara ma residente a Massa, Laureato in Lettere Moderne a Pisa nel 2014, ho lavorato per oltre 40 anni nel SSRT. Come sindacalista CGIL Versilia e Massa ho dato il mio impegno in materia di programmazione sanitaria, a tutela della salute del cittadino e dei diritti degli operatori. Dal 2013 ho scritto 4 libri di memorie, su miei familiari, militari nella 2^ G.M. Ho organizzato eventi culturali in memoria della Cineteca di mio padre Bruno, valente cineasta tra gli anni 60/80, Ho collaborato con lui nella realizzazione dei 33 filmati girati nel comprensorio di Massa, dalla ricostruzione di episodi della Resistenza Apuolunigianese a documentari sulle cave di Carrara.