Il Buongiorno Dell’Amico. Tre figli sulle orme dei padri, sons of P.O.W. (prigionieri di guerra) in Australia

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Da sinistra a destra : Enrico Vannucci, Fabrizio Senici ed Evandro Dell'Amico.

Carlo Vannucci (Viareggio, 15/09/1920-30/09/2015), a fine dicembre 1940, a Sidi Barrani;

Giovanni Senici (Brescia, 16/11/1916-22/10/1985),  a fine gennaio 194, a Tobruk;

Bruno Dell’Amico (Carrara, 27/7/1920-1/5/1998) ad Agedabia il 7 febbraio 1941;

come militari del Regio Esercito Italiano, durante le campagne in Africa Settentrionale, nella seconda guerra mondiale, patirono cocenti sconfitte in Libia e successiva lunga prigionia in capo al mondo1.

I primi due, POW (prigionieri di guerra) degli Inglesi, furono internati prima in India e poi in Australia. Bruno Dell’Amico, dopo essere rimasto ferito e dopo mesi di prigionia in Egitto, imbarcato ad Alessandria, sulla nave Queen Elizabeth, fu fatto sbarcare a Sydney, in Australia, nel dicembre del 1941. Carlo Vannucci e Bruno Dell’Amico,  dal 1943,  assieme ad Eliseo Pieraccini, di Viareggio, si trovarono assieme come POW nel Cowra Camp – New South Wales. Giovanni Senici, fu trasferito dall’India e sostò prevalentemente a Murchison e Wakool, nella regione di Victoria. Tra l’ottobre 1946 ed il gennaio 1947, tutti e tre, poterono tornare in patria.

In data 1°giugno 2021, a 74 anni dal ritorno in Italia dei loro padri dall’Australia, si sono incontrati i figli dei tre POW anzidetti:

Fabrizio Senici, grafic designer e direttore di un’agenzia di comunicazione, di Brescia, del 1960, autore del romanzo, sul padre Giovanni,  “P.O.W. N°48664”, edito nel 1920;

Enrico Vannucci, carrista e pittore, di Viareggio, del 1954, autore del libro “Bocco…mio padre”, sul padre Carlo, edito nel 2020;

Evandro Dell’Amico, attualmente pensionato ASL e scrittore di memorie familiari, di Carrara, del 1952, autore del libro sul padre Bruno, “L’uomo tornato da lontano”, del 2016 e “Il viaggio Australe” del 2018.

I percorsi di memoria di questi tre figli sono simili, in quanto sprovvisti della narrazione diretta degli eventi da parte dei loro padri che non vollero mai esplicitarsi in particolari riferiti alle loro condizioni di prigionia . Anche nel copioso epistolario di guerra e di prigionia di Bruno, rinvenuto dal figlio alla sua morte e pubblicato ne “Il viaggio australe”, a causa anche della censura, non si fa mai cenno né ai compagni di sventura né a chi li teneva dietro ai reticolati. Non solo dal materiale proveniente, in diversa misura, dagli “archivi paterni”, ma, all’insaputa l’uno dell’altro, i tre figli, hanno avuto modo, in periodi diversi, di conoscere novità sullo status di POW dei loro padri, attraverso un’italiana emigrata in Australia, Maria Baron,  Presidente della CIFA, Associazione di amicizia tra Italia e Cowra, nel New South Wales e, dopoché ella si è ritirata a Bateau Bay, rimasta vedova di Richard Bell nel 2017, grazie a  Joanne Tapiolas. Questa ricercatrice di origini spagnole, iniziò a raccogliere, attingendo a fonti del Governo australiano, notizie in merito ai POW italiani prigionieri degli Inglesi nel Queensland, per poi estenderle ad altre regioni. Il suo progetto di ricerca si è ampliato a livello internazionale, concretandosi nel progetto culturale “FOOTPRINTS”, con la realizzazione di un sito in Italiano “Prigionieri di guerra italiani in Australia”, ove è attingibile una messe straordinaria di notizie. Createsi reti di amicizia, è intervenuto anche il forte desiderio di tornare in Australia sulle orme dei padri da parte di alcuni figli di POW. Per quanto costa a chi scrive, anche come pubblicista di News-24.it, ha “aperto la strada” del ritorno sui luoghi di prigionia,  Stefano Maccianti, nel 2015. Egli vive a Barberino Tavernelle (FI) e, in qualità di autore del romanzo “Manlio va alla guerra, sul padre catturato a Bardia, nel gennaio 1941 e POW in Australia ha provato il desiderio di inviare, alcuni giorni orsono, il suo libro, a Massa, ad  Evandro Dell’Amico, saputo che anch’egli si era recato a Cowra (NSW) nel 2016. Anche Fabrizio Senici, nel 2017, ha fatto un analogo percorso, tornando nella regione di Victoria, ove ha  ambientato il suo romanzo.

Enrico, Evandro e Fabrizio, dal  inizio 2021 ad oggi, si sono raccordati con altri parenti di POW in Australia, come la giornalista Amelia Esposito di Bologna, Paola Zagonara, infermiera di Loiano in Emilia-Romagna,

Francesca Maffietti, di Milano, Alessandra Garizzo, di Venezia, Silvio Masullo di Gallipoli. L’incontro odierno, si è tenuto in terra versiliese, in quanto Fabrizio Senici, vi è giunto per una breve vacanza. Per un’ora e trenta,  è stato uno scorrere di un “fiume in piena” di ricordi, recuperati post mortem dei rispettivi padri, che sono stati evocati, alla presenza della moglie di Fabrizio, Marisa Zammarchi, che ci ha fotografato a dimostrazione che non è stato un sogno. Durante l’incontro, è stata espressa l’intenzione di attingere, oltreché a fonti australiane ed inglesi, agli Archivi della Croce Rossa di Ginevra (momentaneamente non accessibili in presenza causa coronavirus) ed all’Archivio Diaristico Nazionale, Fondazione con sede a Pieve S. Stefano (provincia di Arezzo). Sono stati rievocati alcuni aneddoti e svelato il perché del soprannome di Carlo Vannucci “Bocco”, storpiatura popolare di Bacco (in ricordo dello zio Adolfo, anarchico, ciabattino, cantante e famoso per le su bevute).

Si è svolto anche lo scambio dei rispettivi libri e, nel caso di Evandro Dell’Amico, dei filmati realizzati dal padre Bruno, sulla Resistenza Apuolunigianese. Si è valutato di costituire un’associazione nazionale di memoria dei militari italiani POW in Australia (furono oltre 18.000) e diffondere una bozza di statuto al nucleo iniziale di interessati. Ci si è aggiornati per un prossimo incontro di gruppo, magari in occasione delle sfilate del Carnevale di Viareggio, 18/9, prima sfilata, la conclusiva il 9/10/2021 (in 148 annali del Carnevale, la famiglia Vannucci , con 74 partecipazioni ininterrotte, è stata la famiglia più longeva nella tradizione dei “maghi della cartapesta”).

Un comun denominatore  dei tre padri sopraricordati, fu l’umiltà e la caparbietà che permise loro, dopo le traversie della prigionia di guerra, di realizzarsi, per quanto poterono, nella vita, più o meno lunga, irta di ostacoli ed anche problemi di salute.

Chi nel “casualty form”, la schedatura del POW messa in atto dagli Australiani,  figurava come decoratore o elettrotecnico, seppe dare sfogo al proprio genio artistico, come nel caso di “Bocco”, in merito alla pittura e come maestro carrista, nel caso di Bruno in campo cinematografico. Evandro Dell’Amico, da “figlio degenere” di padre valente cineasta, come ex amministrativo ASL Toscana Nord Ovest, è almeno riuscito nell’intento di riordinare, da archivista, le carte paterne e concludere la digitalizzazione degli oltre 30 filmati della Cineteca Bruno Dell’Amico, ricevuti in eredità assieme alla sorella Lia (nata il 18 giugno, il caso vuole, come Fabrizio Senici, ma cinque anni prima). Questa ostinatezza nel recuperare le memorie familiari, come annunciato il 21 maggio 2021, giorno del suo 69 compleanno, durante la presentazione del suo ultimo libro “L’artigiano dell’immagine” a Palazzo Ducale di Massa, porterà Evandro in delegazione, con la Presidente ANPI Massa Elena Emma Cordoni e l’On. Martina Nardi, in delegazione a Roma dal Presidente della Camera On. Roberto Fico. La missione di consegna in dono dei libri e filmati che narrano la vita di Bruno Dell’Amico, spaccato e memoria di eventi che riguardano tutta la Provincia di Massa Carrara, dal dopoguerra agli anni ’80, è stata rinviata, per lavori d’Aula, dal 3 al 30 giugno, alle ore 16,30.

Scrivo quanto sopra, in data  2 giugno 2021, Festa della Repubblica.

W L’ITALIA !

 


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Evandro Dell'Amico Nato a Carrara ma residente a Massa, Laureato in Lettere Moderne a Pisa nel 2014, ho lavorato per oltre 40 anni nel SSRT. Come sindacalista CGIL Versilia e Massa ho dato il mio impegno in materia di programmazione sanitaria, a tutela della salute del cittadino e dei diritti degli operatori. Dal 2013 ho scritto 4 libri di memorie, su miei familiari, militari nella 2^ G.M. Ho organizzato eventi culturali in memoria della Cineteca di mio padre Bruno, valente cineasta tra gli anni 60/80, Ho collaborato con lui nella realizzazione dei 33 filmati girati nel comprensorio di Massa, dalla ricostruzione di episodi della Resistenza Apuolunigianese a documentari sulle cave di Carrara.