Il lessico dell’emergenza sanitaria

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Se vogliamo che la nostra anima sappia affrontare le intemperie non possiamo iniziare a prepararla quando siamo in mezzo al fiume. È nella normalità che ci si organizza per l’emergenza.      Ed è nell’educazione che si pongono le basi del lavoro di cura, rivolto a se stessi e agli altri.                                                 Plutarco

Per poter seguire e attuare i saggi consigli e suggerimenti formativi che provengono dall’antico filosofo greco, Plutarco, vissuto sotto l’Impero romano, occorre prima di tutto padroneggiare il nuovo lessico di base scaturito dall’attuale emergenza sanitaria perché le parole non servono solo a trasmettere informazioni ma creano relazioni, generano dialogo, favoriscono il confronto e aiutano a riflettere sul senso vero della vita e consentono di esprimere sentimenti, stati d’animo, speranze e desideri.

In questi giorni di pandemia siamo sommersi da parole, neologismi, metafore,  analogie, sinonimi, slogan, locuzioni, sigle, acronimi, anglicismi, linguaggi tecnici (soprattutto di natura medico-scientifica), che sono utilizzati soprattutto dagli scienziati e ricercatori scientifici (virologi, epidemiologi immunologi e infettivologi) ma anche dai medici di base, dagli infermieri e dal personale sanitario e dai divulgatori e dagli operatori della comunicazione mass-mediale.

Questo interesse particolare per il linguaggio e per il nuovo lessico da acquisire scaturisce dalla profonda e radicale convinzione che le parole influenzano il comportamento delle persone e aiutano a comportarci meglio senza mai dimenticare ciò che ha detto il sapiente Socrate: «Ogni parola, prima di essere pronunciata, dovrebbe passare tre porte: Sull’architrave della prima è scritto: è vera? Sulla seconda campeggia: è necessaria? Sulla terza è scolpita l’ultima richiesta: è gentile?» e lo scrittore francese Victor Hugo: «Le parole sono creature viventi perché non è vero che muoiono quando sono pronunciate: esse possono continuare a vivere a lungo». Questi pensieri stimolanti impongono necessari cambiamenti dei paradigmi culturali, inerenti al linguaggio quotidiano e i nuovi comportamenti individuali e sociali.

Nella prima riflessione sul linguaggio di base, che in questo periodo di emergenza sanitaria, è necessario e urgente esaminare le parole più diffuse per poterle “padroneggiare”. I termini che maggiormente circolano nel circuito della comunicazione personale, interpersonale e mediatica a livello nazionale, europeo e internazionale sono: Coronavirus inteso come malattia di un virus fortemente contagioso, aggressivo, invisibile e oscuro, Contagio, Epidemia, Pandemia.                                                                                                                                                Il primo termine Coronavirus deriva dall’immagine dovuta alla somiglianza del virus, visto con la corona solare al microscopio. Questa somiglianza suggerì nel 1968 il nome a un gruppo di scienziati ricercatori coordinati dal virologo Anthony Peter Waterson.

Il Coronavirus ha fatto scoprire la fragilità e la vulnerabilità, caratteristiche della condizione umana, e che non è sostenibile condurre una vita impostata sullo spreco delle energie messe a disposizione dalla natura, dal consumo esasperato delle risorse essenziali per una vita normale, semplice e  di qualità.          L’attuale crisi innescata dal coronavirus ha stravolto le nostre abitudini e le nostre certezze e ci induce ad assumere atteggiamenti e comportamenti personali e collettivi totalmente rinnovati.

Il contagio è la trasmissione di una malattia infettiva per contatto. Questa parola, etimologicamente derivante dal latino cum tangere (non toccare,) è un termine plurisemantico e ha diversi sinonimi: epidemia, infezione, pestilenza, contaminazione, diffusione, propagazione e induce a forme di comportamento prudente nell’agire quotidiano di individui, di intere popolazioni per evitare conseguenze negative. Infatti sono stati stabiliti protocolli di comportamenti, regole tassative e di conseguenza sanzioni per i trasgressori delle norme stabilite da seguire con senso di responsabilità.

L’Epidemia è una malattia contagiosa, brutale che si diffonde rapidamente e si verifica quando all’interno di un determinato territorio e per un periodo di tempo, per diversi fattori, molte persone sono colpite da una infezione.

La Pandemia è una epidemia che ha un’estensione geografica estremamente vasta, che si verifica in più nazioni e continenti contemporaneamente. Tipico esempio di quest’ultima è la pandemia influenzale (famosa spagnola), che colpì buona parte del mondo subito dopo la prima guerra mondiale nel 1918 e che oggi si è ripresentata dapprima in Cina, nella città di Wuhan e poi nel resto del mondo.

 

 


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