Per “macigno” intendo da un lato, l’assenza di una “scienza della politica” da parte di un apparato o classe politica fondamentalmente ignorante e irresponsabile, di norma sull’orlo o nel mezzo del demenziale e delinquenziale, dall’altro, la mancanza di una piena coscienza politica del popolo italiano per diversi aspetti anch’esso politicamente ignorante o comunque distratto  se non superficiale, per giunta non propriamente civile né dotato di buon senso civico (almeno secondo i canoni previsti). Il problema che si pone è come abbatterlo questo “macigno” visto che si richiede una forza davvero erculea per compiere l’ardua impresa. Il massimo che si possa fare, e finora si è fatto, sono le manifestazioni di piazza né utopiche né astratte,senza ombra di profetici segnali. Come sono,invece, quelli dei tanti “predicatori” e presunti se dicenti difensori della patria che non distinguono il loglio dal grano o dalla crusca: tutti brutti,farabutti e cattivi, nessuno si salva o si salvi chi può con i Savonarola e le Giovanna D’Arco,fa nulla se destinati al rogo! Purché in nome della rivoluzione contro il sistema, questo il sottotesto dei loro “proclami”! Ebbene,la rivoluzione, quale e quando?  Qui lo dico e qui lo nego: se ci sono voluti vent’anni di dittatura perché gli italiani ne comprendessero la iattura o l’abominio; per liberarsi dal fascismo caduto solo grazie alla guerra (è tutto detto!),col concorso dei sempre  benemeriti partigiani ciò significa che nessuna voce profetica potrà scalfire così la loro indole come quella perversa e deviata dei nostri politici. Ciò non toglie che i “predicatori” di ogni dove continuino liberamente e deliberatamente a predicare: prego,con tutti gli onori,ma le loro invettive cozzeranno inevitabilmente contro il “macigno” rischiando di colorarsi di anarchismo se non di “brigatismo”. Diverso l’impegno e l’allarme riguardo alla Natura per essere questa intelligente anzi geniale nonché impolitica(!), in grado di percepire gli appelli contro i suoi stupratori,dunque,ne vale assolutamente la cosiddetta pena. Natura naturans e rigeneratrice, madre benigna e non matrigna salvo a giusta ragione: reagire e vendicarsi. Plinio il Vecchio (23-79 d.C) nella sua Naturalis historia, a proposito di una natura “matrigna” e della conseguente infelicità, prevenendo Leopardi, scrive: <Chi sia stato il più felice tra gli uomini non è umanamente possibile giudicarlo,dal momento che ciascuno definisce la felicità in maniera diversa,a seconda del suo carattere. Se vogliamo giudicare rettamente e decidere sgombrando il campo da tutte le false apparenze della fortuna,nessuno tra gli uomini è felice.”>(libro VI) Il concetto è semplice e chiarissimo: la natura ti insulta quando a sua volta viene insultata a meno che non si tratti dei terremoti o vulcanismi (sempre in Plinio) fenomeni però assolutamente previsti e non arginabili Le battaglie/proteste o rivendicazioni in merito,quindi, sono non solo giustificate ma vincenti poiché la Natura cor-risponde alle voci in sua difesa restituendone il vantaggio. Al contrario, i politici e la politica per la gran parte sono sordi e impermeabili ad appelli,proteste e contumelie: un macigno,appunto, laddove la natura è una nobile argilla, plasmabile al negativo o al  positivo. La politica invece,specie quella italiana, è qualcosa di talmente perverso e impenetrabile da rivelarsi molto spesso innaturale cioè contro natura. Che fare? Purtroppo,stare a guardare benché consapevoli,nostro malgrado impotenti e rassegnati a meno che non si voglia combattere e sbraitare contro i mulini a vento. Sarebbero capaci gli italiani di approdare a una protesta-opposizione rivoluzionaria alla stregua di una rivoluzione francese sia pure in formato ridotto o minimo? Ma quando mai! Allora ci fu la Comune di Parigi,i comunardi, le popolane che a fronte alta facevano la loro parte,tutt’altre tempre e altra storia. Sentire oggi condivisioni di gesti osceni (e fascisti) come quello dello “Sgarbato” in senato si rimane esterrefatti così come ai tempi delle BR chi inneggiava con esse alla rivoluzione oltranzista contro le istituzioni borghesi, la politica e i politici, tutti senza distinzione assassini e sporchi borghesi, sfruttatori del popolo, questa era la logica. Da esecrare,ovviamente,gli aberranti casi Valpreda e i tanti mostruosi correlati che sollevarono reazioni anche violente ma sacrosante da parte di ogni settore della cultura, del mondo del lavoro e della società civile (non fascista!): non proclami ma azioni e reazioni concrete contro la politica omertosa,complice e pure assassina.   (gimaul)


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