Il mirtillo, un frutto di bosco dalle eccezionali proprietà salutari

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Il mirtillo (Vaccinium myrtillus), nome comune della bacca di colore blu scuro, appartenente alla famiglia Ericaceae, è associato alla più generica categoria chiamata frutti di bosco.

Il mirtillo ha un elevato contenuto soprattutto di acqua (84%) ma anche di zuccheri (10%), come il fruttosio (48%), il glucosio (40% ) e il saccarosio (2%), e un apporto non trascurabile di fibra cellulosica (2,4%). Contiene gli amminoacidi essenziali (< 1%), necessari alla vita, che l’organismo umano non riesce a sintetizzare: sono nove tra cui si distinguono quelli a catena ramificata (noti con la sigla BCAA, acronimo di Branched-Chain Amino Acid) che sono tre, Leucina C6H13NO2, Isoleucina C6H13NO2 e Valina C5H11NO2 la cui combinazione costituisce circa un terzo del muscolo scheletrico del corpo umano; gli altri amminoacidi sono Metionina C5H11NO2S, Treonina C4H9NO3, Lisina C6H14N2O2, Fenilalanina C9H11NO2, Istidina C6H9N3O2 e Triptofano C11H12N2O2 (C= carbonio, H = idrogeno, N = azoto, O = ossigeno, S = zolfo). Tra i lipidi (< 1%) sono presenti sia gli acidi grassi essenziali: Omega-6 (l’acido linoleico C18H32O2), Omega-3 (acido linolenico C18H30O2), acido oleico C18H34O2, sia gli acidi grassi saturi come il palmitico C16H32O2 e lo stearico C18H36O2, e il monoinsaturo palmitoleico C16H30O2. Sono contenuti anche i fitosteroli, l’acido ossalico C2H2O4, l’acido L-ascorbico C6H8O6 o vitamina C (E300), il tocoferolo C29H50O2 o vitamina E (E306), e la tiamina C12H17N4OS+ o vitamina B1, sali minerali soprattutto di potassio, diversi pigmenti colorati della famiglia degli antociani (sigla E163) e beta-carotene C40H56 (precursore della vit. A, sigla E160a), che manifestano azione antiossidante, e infine contiene diverse sostanze che apportano il sapore (elencati nell’immagine di questo articolo), pectine e mannitolo (un polialcol dolce).[1]

Recentemente sono in corso delle ricerche che fanno ritenere che il mirtillo, assieme alle fragole e ad altri vegetali, abbia azione autofagica. Per comprendere cosa sia l’autofagia si rimanda ad un precedente articolo (https://www.news-24.it/al-tempo-della-pandemia-covid-19-forse-sarebbe-auspicabile-il-ritorno-alla-dieta-vegetariana-che-ha-origini-primordiali/) di cui riporto una sintesi: «… nelle cellule del corpo umano ci sono gruppi di geni, che se sono attivi possono allungare la durata della vita. Le ricerche più recenti hanno portato alla scoperta di sette geni (Sirt 1-7), di cui il Sirt1 produce una famiglia di particolari enzimi (catalizzatori dei processi biologici), chiamati sirtuine, costituiti come la maggior parte di essi da proteine. Questi composti sono considerati “super regolatori metabolici”, in quanto intervengono in processi cellulari importanti per il metabolismo, per la salute e per allungare la vita esente da malattie. L’attivazione delle sirtuine, dovuta alla restrizione calorica e all’attività fisica moderata, o al digiuno di breve durata o ad alcune sostanze naturali presenti in cibi vegetali, chiamati autofagici, comporta un aumento del metabolismo, il consumo dei grassi immagazzinati, l’efficienza dei muscoli e la riparazione dei danni cellulari. L’autofagia è associata al catabolismo cioè alla degradazione di proteine, di parti della membrana cellulare o degli organelli del citoplasma. Il catabolismo, subito dopo, è seguito dall’anabolismo, cioè dall’auto-riparazione, che la cellula compie nutrendosi delle proprie parti danneggiate, digerendole e ricostruendosi con materiali nuovi e sani. Questi cibi autofagici contengono sostanze naturali appartenenti essenzialmente alla famiglia dei polifenoli (composti aromatici contenenti il gruppo funzionale -OH) che hanno azione antiossidante, cioè bloccano i radicali liberi. Se l’uomo si cibasse di quei vegetali, che contengono queste sostanze, non farebbe altro che attivare i propri geni pro-salute e quindi pro-longevitàsenza peraltro seguire particolari restrizioni dietetiche».

Francesco Giuliano

[1] Delle sostanze sono riportate le formule chimiche “grezze” che indicano solo la composizione qualitativa e quantitativa ma non la loro struttura. Le sigle alfanumeriche con la lettera E sono corrispondenti agli additivi autorizzati a livello europeo dall’EFSA (Agenzia per la Sicurezza Alimentare).


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).