ROMA -Il nuovo Dpcm penalizza economia e lavoro, Ugl Lazio: «Rischio per la tenuta del sistema sociale. Chiesto tavolo di confronto alla Regione». Le misure straordinarie imposte dal Governo e dalla Regione Lazio impatteranno in maniera devastante sul tessuto economico e sociale del nostro territorio. Le manifestazioni di Roma, Napoli e delle altre città devono essere un campanello d’allarme.

L’UGL Lazio esprime preoccupazioni per l’economia, il lavoro ed il tessuto sociale laziale alla luce dell’ultimo DPCM che chiude le attività commerciali nell’orario più importante della giornata alla fine di un anno che ha visto crollare il prodotto interno lordo, migliaia di aziende chiudere e altrettante alle prese con il faticoso tentativo di ripresa dal lockdown di Marzo che, adesso, con le ultime decisioni, saranno costrette ad alzare bandiera bianca:

«Siamo preoccupati per la tenuta del nostro sistema economico e sociale – sottolinea il Segretario UGL Lazio Armando Valiani – perché il recente DPCM darà il colpo di grazia alla nostra produzione e, quando ci sarà lo sblocco dei licenziamenti, è facile prevedere una terribile emorragia di posti di lavoro. Le rimostranze avvenute in tutta Italia devono preoccupare perché rappresentano lo stato d’animo di milioni di famiglie ormai sull’orlo del baratro”. Il nuovo stop a fiere, eventi enogastronomici e manifestazioni in genere, penalizza fortemente il Lazio che fa del turismo uno degli asset più importanti della propria economia. Secondo la stima a consuntivo dell’Istituto Demoskopika, lockdown e pandemia di coronavirus hanno fortemente penalizzato il comparto turistico del Lazio che nei primi otto mesi del 2020 ha visto una riduzione pari a 4,8 milioni di arrivi (-54,7%) e 15,2 milioni di presenze (-55,8%). A Settembre, solo nella Capitale, si contavano 5 mila attività commerciali chiuse in poco più di cinque mesi, ora, la riduzione degli orari di lavoro, sarà il capolinea per molti altri: “E’ quello che dobbiamo assolutamente evitare – spiega Valiani – lavorando tutti assieme. Motivo per il quale abbiamo chiesto alla Regione Lazio di istituire un tavolo di confronto con le parti sociali, politiche ed economiche, affinché si possano trovare soluzioni condivise che salvaguardino il futuro incerto di migliaia di lavoratori e famiglie».


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