Il soffio del vento: Le carezze

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Il soffio del vento: Le carezze 

Le carezze, le espressioni di amore, sono necessarie alla vita affettiva come le foglie alla vita di un albero. Se sono interamente trattenute, l’amore morirà alle radici. (Nathaniel Hawthorne)

Quando si parla di carezze vengono subito in mente le indimenticabili parole pronunciate, a braccio e con tono familiare, nel celebre Discorso della luna, la sera dell’11 ottobre 1962, al termine della fiaccolata che concludeva la giornata di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, dal papa “buono” Giovanni XXIII. «Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa”». Parole semplici che lasciano un segno indelebile nella mente e nell’animo di ogni persona.

La carezza fra gli esseri umani è una esplicita dimostrazione di tenerezza e una manifestazione di affetto e di benevolenza fatta a una persona amata sia con atteggiamenti amorevoli e sia con parole di comprensione e condivisione.

Nella vita quotidiana si possono accarezzare oggetti, animali e soprattutto persone care con gesti affettuosi e gradevoli che trasmettono emozioni e sentimenti, pensieri e desideri.

La carezza è strettamente legata al tatto che è  tra i cinque sensi il primo che si desta nell’uomo e l’ultimo che si spegne, quello che apre e chiude la vita; è un modo di amare. Il palmo della mano, sede della carezza, è tra le parti del corpo a massima sensibilità tattile e lo scrittore e psicologo francese Jacques Salomé: «Se non sai che fare delle tue mani, trasformale in carezze».

Le carezze in questo particolare periodo pandemico, sono limitate, sconsigliate e addirittura proibite per non favorire il contagio. Queste restrizioni, non facilmente accettate, procurano disagi psicologici soprattutto nei soggetti fragili, bisognosi di cure, di affetto e di rassicurazioni, in particolare, nei bambini che ne  avvertono la mancanza.

Ricevere carezze da parte non solo dei genitori ma anche di altri adulti (fratelli, zii, cugini, nonni, amici) è soprattutto per un bambino molto importante perché gli consente di sentirsi amato, compreso, stimato e tutto ciò gli dà sicurezza contribuendo cosi a sviluppare in lui la necessaria autostima.                                    Non si dimenticano facilmente le coccole materne, le manifestazioni di affetto, di stima e di incoraggiamento dei genitori, dei nonni e degli altri componenti della famiglia, ricevute durante il periodo dell’infanzia.

Ricevere carezze è un atto importante di una presenza rassicurante, di un calore indispensabile che danno fiducia e coraggio nell’affrontare, con equilibrio e serenità, le varie esperienze della vita di ogni giorno. Come è gradevole la carezza del vento in una giornata calda d’estate, così altrettanto sono piacevoli le carezze dei genitori  e dei nonni verso i figli e i nipoti.

Per ogni essere umano le carezze sono importanti gesti di amore, non soltanto nel periodo dell’infanzia, ma anche in altri momenti della vita. Basti pensare alle manifestazioni di affetto tra due giovani innamorati, al sincero legame tra amici e soprattutto tra persone anziane bisognose di affetto e di aiuto psico-fisico.

Le carezze, accompagnate con  parole dolci, con azioni pronte ed efficaci, con cenni e sguardi vivi, rivolte alla persona in difficoltà, a un amico o a un parente sofferente, in un momento particolare della vita caratterizzata  dalla solitudine e/o dal dolore,  sono piacevoli, rassicuranti e salutari perché aiutano a superare i momenti complicati della vita.              .

Anche morire circondato da persone affettuose, accarezzato da mani amorevoli, accompagnato talvolta da una preghiera, è confortevole. Il vero e autentico  incontro finale con una persona cara, al termine della sua esistenza, non è quando gli parli e cosa gli dici, ma quando gli rivolgi uno sguardo vivo, compassionevole e gli fai una tenera e dolce carezza per l’ultimo saluto.

 

 


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