“Nel solo 2021, a livello nazionale, circa 170.000 ettari di superficie sono stati incendiati, ovvero quasi il 60% in più della media annuale del periodo 1980-2018. Anche quest’anno, l’Italia continua a bruciare e pure il nostro territorio di Latina e provincia è stato sotto attacco di piccoli e grandi roghi. dei quali spesso è evidente la matrice dolosa. Alcuni hanno riguardato anche aree di grande pregio ambientale come i Monti Lepini e via Pedemontana a ridosso del Promontorio del Circeo. Per fare solo altri esempi, pochi giorni fa un incendio ha devastato le colline di Formia, mentre numerosi sono stati i, purtroppo abituali, focolai che vanno a sfregiare campi e i boschetti di eucalipti ai lati della statale Pontina, a volte con grossi problemi per la circolazione.

La crisi climatica rende il fenomeno ancora più grave. Il propagarsi degli incendi viene infatti facilitato dalla persistenza di alte temperature e siccità per lunghi periodi, mentre le conseguenze sono molteplici. Non solo viene provocato un danno diretto al patrimonio naturale, all’agricoltura e alle abitazioni, ma viene anche meno l’azione di protezione da parte della vegetazione rispetto alle piogge torrenziali, sempre più frequenti, portando ulteriori danni a cose e persone per inondazioni e colate di fango.

Che fare per contrastare questa grave piaga? Sono passati più di venti anni da quando una legge, fortemente voluta dai Verdi, ha introdotto nel codice penale il reato per gli incendi boschivi (21 novembre 2000, n.353 “Legge Quadro in materia di incendi boschivi”).

Riteniamo indispensabile aumentare le iniziative di prevenzione e rafforzare il controllo del territorio, anche ripristinando e demilitarizzando il Corpo Forestale dello Stato, e coordinando nel contempo le attività dei vari enti coinvolti.

Alcuni interventi sono semplici e tradizionali, quali il taglio e rimozione dell’erba secca e delle ramaglie ai lati delle strade e nei campi adiacenti.

Senza alcun dubbio la prevenzione si basa su maggiori investimenti per personale e tecnologia. E se gli investimenti per personale possono favorire l´occupazione in un settore fortemente bisognoso di competenze e capacità di intervento, la tecnologia può aiutare grazie ad esempio ai droni e all’uso di sensori remoti capaci di individuare tempestivamente l’innesco di un incendio e inviare l’allarme alla centrale operativa.

Andrebbe anche promosso e incentivato il ruolo dell’agricoltore come moderno e competente “custode del territorio” per mantenere i terreni in condizioni di sicurezza, raggiungendo il duplice scopo di prevenire gli incendi e di mantenere o recuperare la pratica agricola nelle aree abbandonate.

Purtroppo, come leggiamo nel Rapporto WWF del 2022 “Spegnere oggi gli incendi di domani”, nel 2020 in Italia per la prevenzione e il ripristino è stato speso rispettivamente solo il 46% e il 36% dell’importo inizialmente programmato per questo fine, mentre ogni anno viene speso quasi mezzo miliardo di euro per lo spegnimento degli incendi tramite Canadair.

Devono essere infine garantite ai Comuni le risorse per realizzare, come previsto dalla legge citata, il catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco, strumento fondamentale per la salvaguardia del territorio in quanto pone divieti temporanei di edificazione, pascolo e caccia sui terreni bruciati”.

Lo spiega, in una nota, Europa Verde Latina.


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