LIVORNO- Oggi, venerdì 2 aprile, le istituzioni livornesi non perdono l’occasione di promuovere iniziative per la Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo, istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU per portare l’attenzione sui disturbi dello spettro autistico. A questo proposito abbiamo voluto raccogliere la testimonianza di Sandra Biasci, presidentessa dell’associazione Autismo Livorno.
Disturbi dello spettro autistico
I disturbi dello spettro autistico ricadono nella categoria dei disturbi del neurosviluppo: determinati dalla combinazione di fattori genetici ed ambientali, questi disturbi di varia entità comportano infatti uno sviluppo cognitivo anomalo, che caratterizza soprattutto le aree dell’interazione sociale e della comunicazione. Per questo, nonostante i sintomi si manifestino con intensità e modalità differenti, tra i più frequenti vi sono sicuramente modelli ripetitivi e stereotipati di comportamento, interessi e attività. In Italia, secondo le stime recentemente riportate dal Ministero della Salute, ad 1 bambino su 77 viene diagnosticato un disturbo dello spettro autistico nella fascia d’età tra i 7 e di 9 anni, con un’incidenza di quattro volte superiore nei maschi rispetto alle femmine, ma uno studio del 2018 riportato da Autismo Livorno rivela che questi numeri sono in crescita costante, senza contare ovviamente i casi che non vengono diagnosticati.
Le iniziative
Cambiamento, consapevolezza ed inclusione: questi dunque gli obiettivi che da sempre si pone l’associazione Autismo Livorno, che in occasione di questo 2 aprile ha collaborato con il Coordinamento Associazioni Autismo Toscana per la realizzazione dell’evento “Imparo… e posso lavorare – e ora la vita”. Presentato dal giornalista Saverio Tommasi, accanto a giornalisti e psichiatri vede coinvolti anche attori ed artisti (tra cui il cantante Elio Belisari), con la partecipazione del Direttore Generale dell’Agenzia Nazionale Disabilità e Lavoro e del Consigliere Regionale Iacopo Melio. Come ci racconta Sandra Biasci, presidentessa di Autismo Livorno, non è stato facile coordinare i partecipanti e le modalità di questo incontro, che, sottolinea, sono riusciti ad organizzare in presenza al Cinema della Compagnia di Firenze. “Proprio per questo tutto è stato curato nei minimi particolari, e anche David Sassoli”, aggiunge poi, riferendosi al presidente del Parlamento europeo, “farà un saluto durante la diretta, che sarà disponibile sulla pagina Facebook di Coordinamento Associazioni Autismo Toscana”
Parlando invece di iniziative strettamente livornesi, di certo non si può non menzionare la decisione dell’amministrazione comunale di illuminare di blu il palazzo del comune, un gesto simbolico che, per tutta la giornata, farà indossare a Livorno i colori della consapevolezza dell’autismo. Inoltre, un altro intervento che ha lasciato Sandra Biasci molto soddisfatta è quello del Museo Civico Fattori, che ha invece realizzato un breve spot su questa giornata utilizzando i metodi della CAA, la Comunicazione Aumentativa Alternativa che, per facilitare la comunicazione, unisce insieme parole ed immagini.
Le parole di Sandra Biasci (Autismo Livorno)
“È importante far vedere che diverse realtà della nostra città partecipano a questa giornata” commenta Sandra Biasci ripensando agli eventi di oggi “ma è anche vero che spesso le istituzioni sono assenti. Non siamo stati del tutto abbandonati, però ci sentiamo… tralasciati. E ovviamente mi riferisco a tutti i tipi di disabilità ed a tutte le fasce d’età”.
Ed anche quello dell’età è un argomento che, quando si parla di autismo e sensibilizzazione, è arrivato il momento di affrontare: “I comportamenti strani che possono avere i nostri ragazzi sono più socialmente accettati quando sono piccoli. E’ un dato di fatto. Di solito infatti l’autismo si associa ai bambini, ma quello che la gente sembra dimenticarsi è che un bambino autistico un giorno sarà un adulto autistico. Per questo bisogna aumentare la consapevolezza nei confronti delle persone adulte, che comunque hanno diritto ad una vita indipendente e, mi viene da dire, ‘normale’, piena e consapevole.”
Le abbiamo poi chiesto in che modo l’emergenza sanitaria abbia cambiato le vite delle giovani e dei giovani della sua associazione. “Noi siamo sempre stati equilibristi” risponde, “il virus ci ha solo dato il colpo di grazia. Inoltre, penso che in questo momento siano aumentate ancora di più l’indifferenza e l’insensibilità, come se fossimo regrediti a livello civile. In generale, anche dove i nostri ragazzi dovrebbero essere accettati a prescindere, come a scuola, è ancora peggio, e come sempre sono le famiglie che da sole devono trovare delle strategie.”
“Abbiamo bisogno che l’amministrazione comunale e l’azienda sanitaria locale ci stiano vicini” conclude infine Sandra Biasci. “Noi come associazione siamo disposti a collaborare, ma sicuramente bisognerebbe creare un dialogo continuo che vada oltre il 2 aprile.”
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