Durante la serata del 5 gennaio tra le campagne e i borghi dell’Agro Pontino siamo portati a ricordare le origini settentrionali di tante famiglie locali. La pianura si arricchisce di presenze insolite: cumuli di paglia e rami con in cima fantocci della Befana.
I “cispadani” trapiantati in Agro Pontino portarono la tradizione di bruciare la vecchia (la “vecia”) posta su un cumulo di paglia e rami secchi, durante la vigilia dell’Epifania. Oggi ancora capita che tanti cittadini giunti a Latina da altre zone d’Italia (specie del sud) si interroghino sul perché di questo rito propiziatorio, che ha origini pagane, pre-cristiane, e sta a simboleggiare il passato, l’anno vecchio che cede il passo al nuovo. I veneti e i friulani continuano da due, tre generazioni a bruciare la vecchia in Agro Pontino. E i pontini hanno imparato ormai da tempo a condividere con loro quell’usanza.
Lo scorso anni si poteva ammirare un fantoccio in cima a un grande pagliaio alla rotonda della Chiesuola, dove la comunità da diversi anni organizza i festeggiamenti della Befana.
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