ROMA – La fregatura da 11 milioni presa da Zingaretti con le mascherine approda in parlamento, interrogazione della Lega. La notizia è di ieri e ha fatto un certo scalpore. La regione Lazio voleva acquistare, come riportato dalla stampa nazionale una fornitura di mascherine per 35 milioni di euro, ma dopo aver versato un acconto di 11 milioni di euro alla società affidataria dell’appalto per la commessa si sono perse le tracce delle mascherine che erano attese già lo scorso 18 marzo. Dunque sulla base di quanto emerso sugli organi di stampa il coordinatore regionale del Lazio e vice capogruppo della Lega, Francesco Zicchieri ha presentato un’interrogazione Parlamentare.

‘Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, al Ministro della Salute – Per sapere – premesso che – si legge nell’interrogazione firmata dal coordinatore regionale del Lazio e vice capogruppo alla Camera, Francesco Zicchieri -:

Secondo quanto pubblicato su Ilfattoquotidiano.it la Regione Lazio sembra abbia speso 35,9 milioni di euro per avere una maxifornitura di mascherine entro il 18 marzo scorso, ma a tutt’oggi ancora nulla è arrivato;
Il fallito approvvigionamento di DPI da parte della Regione Lazio, per il tramite della protezione civile laziale, è finito, sempre secondo la notizia stampa, in procura e all’Authority per l’anticorruzione;

La fornitura riguardava quasi 10 milioni di mascherine professionali (Ffp2 e ffp3), ordinate “per le vie brevi”, a metà marzo scorso, dalla Regione Lazio e commissionate ad una piccola società italo- cinese, con sede a Roma, che solitamente si occupa di forniture elettriche (lampadine, etc.); L’approvvigionamento doveva interessare circa 300 operatori fra medici e infermieri, molti dei quali nel mentre hanno contratto il Coronavirus negli ospedali dell’hinterland capitolino e per il quale la Regione ha anticipato una somma totale di 11,7 milioni di euro;

Stando alla ricostruzione giornalistica, l’operazione si basa su tre determine, le prime due datate 16 marzo e l’ultima 20 marzo, contenenti gli affidamenti in deroga alla società Eco.Tech.srl., con sede a Frascati, specializzata in lampade Led di design, con capitale sociale di 10mila euro e partecipata al 51% da una srl dei Castelli romani e al 49% da Pan Hongyi, cittadino cinese residente nella città di Ningbo; l’individuazione della Eco.Tech quale fornitore risiederebbe nei tempi di consegna quasi immediati che la stessa garantiva, ovvero 3 giorni;

Nello specifico, il 16 marzo sono partiti i primi due ordini di 1,5 milioni di mascherine Ffpp2 al prezzo di 3,60 euro l’una ed un milione di mascherine Ffp3 al costo di 3,90 euro al pezzo, cui ha fatto seguito il secondo ordine, per un milione di Ffp2 ed un altro milione di Ffp3 al medesimo prezzo, oltre a 2 milioni di mascherine “triplo strato” a 0,58 euro l’una;

tali dispositivi sarebbero dovuti arrivare entro il 18 marzo e, nonostante il ritardo, è partito comunque il terzo ordine, datato 20 marzo, con ulteriori un milione di Ffp2 e due milioni di Ffp3 sempre al medesimo prezzo;
finora la protezione civile regionale ha provveduto a revocare due atti su tre, ma sembra sia attesa anche la terza disdetta non essendo stata rispettata neanche la consegna prevista al 6 aprile u.s.;

la Regione Lazio ha precisato che “gli affidamenti in deroga sono avvenuti in base alle normative straordinarie, previsti dai decreti governativi” e che “la società selezionata era una società accreditata”; –:

se, data la gravità della vicenda e considerato che il Presidente della Regione è anche il segretario del partito di maggioranza governativa, il Governo non ritenga urgente, fatte salve le indagini della procura, fornire chiarimenti in merito, con particolare riguardo alla correlazione tra le 300 unità di medici e infermieri contagiati ed i ritardi nell’approvvigionamento cause inadempienze della Eco.Tech.srl e scelte avventate dell’amministrazione regionale’.


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