L’angolo della curiosità artistiche

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L’arte vola attorno alla verità… e il suo talento consiste nel trovare un luogo in cui se ne possono potentemente intercettare i raggi luminosi. (Franz Kafk)

          Secondo il racconto di Giorgio Vasari, Giotto (1267-1337) all’età di dodici anni era un pastore di pecore che andava spargendo disegni sulle pietre. Lo avrebbe visto uno dei grandi pittori toscani dell’epoca, Cimabue e lo ingaggiò, come apprendista nella sua bottega. Tra le tante opere del giovane è da ricordare la Natività databile al 1303 – 1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova.

          Beato Angelico, ossia fra Giovanni da Fiesole, è stato un artista in continua rielaborazione stilistica, artefice della luminosa congiuntura tra la cultura religiosa e cultura umanistica. Il pittore frate domenicano è stato l’avanguardia dell’Umanesimo. Con la sua arte ha dato corpo a una pittura che trattando soggetti religiosi, ci ha posto davanti alla raffigurazione dell’uomo nuovo inserito in un contesto nel quale le regole della prospettiva e la lezione della luce zono state pienamente realizzate.

          La Natività mistica di Sandro Botticelli (1501) è una delle raffigurazioni più commoventi del presepio e quella che molti critici ritengono essere l’ultima grande opera firmata dal celeberrimo artista fiorentino. Quest’opera fu prodotta in un periodo di profondi rivolgimenti e di ricostruzione spirituale, quando l’autore, confrontandosi con l’apocalittica predicazione del frate domenicano Savonarola, ripensa tutto il suo percorso precedente. Al centro del dipinto c’è Gesù Bambino, deposto nella mangiatoia, sorvegliato dall’asino e dal bue, e che tende le braccia a Maria.

          Nel corso dei secoli alcuni dei più grandi maestri dell’arte hanno reso omaggio a Maria, la madre di Dio. Con il linguaggio universale dell’arte hanno espresso la profonda e umanissima devozione per la Madonna come Sandro Botticelli (La Madonna della melagrana) e Andrea Mantegna (La Madonna col Bambino). Capolavori abbastanza famosi sono la Pala di Montefeltro di Piero della Francesca e lo Sposalizio della Vergine di Raffaello Sanzio (queste ultime opere sono gioielli della Pinacoteca di Brera).

          Il Ritratto di Giulio II (olio su tela) fu eseguito da Raffaello fra il 1511 e il 1512 in pieno fermento rinascimentale. Il ritratto mette a fuoco il carattere risoluto del settantenne “papa guerriero, ancora determinato e combattivo nonostante l’età avanzata.

      Artemisia Gentileschi è stata una pittrice famosa per essere stata vittima di stupro nel 1611 ad opera di Agostino Tassi, collaboratore del padre Orazio, anch’egli pittore. La triste vicenda giudiziaria, che ne seguì, la rese nel tempo celebre, in realtà Artemisia fu un’artista di grande talento. La sua produzione artistica si svolse in diverse città italiane: Roma, Firenze, Venezia e approdò a Napoli nella capitale partenopea nel 1630 forse in seguito a una commissione del viceré Ferdinando de Ribera III. Dopo un biennio trascorso a Londra (tra il 1638 e 1640) visse fino alla morte a Napoli avvenuta tra il 1654 e il 1656.  Collaborò con i migliori artisti del suo tempo. A Napoli l’artista si concentrò con intelligente e versatile creatività sulle figure femminili, sante ed eroine. Temi ricorrenti della sua produzione artistica furono Giuditta e Oloferne e Susanna e i vecchi, argomenti che forse denunciavano indirettamente la ferita subita in gioventù e la latente paura del mondo maschile che l’accompagnò per l’intera sua esistenza. Nelle sue opere, infatti i personaggi maschili sono spesso aggressivi.

          Max Ernst (Brühl, 2 aprile 1891 – Parigi, 1º aprile 1976) con le sue crittografie, sculture e incisioni è stato un artista a 360 gradi. Si è distinto per il suo impegno che ha avuto inizio dalla sperimentazione dadaista fino al surrealismo. È considerato uno dei maggiori esponenti di questo ultimo movimento pittorico e pioniere della tecnica pittorica del grattage e del frottage.


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