L’angolo delle curiosità su Dante Alighieri (3)

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Vien dietro a me, e lascia dir le genti:
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar de’ venti.
                                             Dante, Purgatorio, Canto V 13-15

La Divina Commedia poema che nella finzione ha inizio nella settimana santa del 1300, anno del Giubileo indetto per la prima volta dal pontefice Bonifacio VIII.

Nel secolo scorso la voce di Carmelo Bene, di Vittorio Sermonti, di Vittorio Gassman e soprattutto di Roberto Benigni ha portato la Commedia sullo schermo televisivo e nelle piazze d’Italia.

Dante Alighieri nacque e visse fino all’età di 35 anni a Firenze, in  una città che per l’epoca era immensa: con i suoi centomila abitanti ed era una delle più grandi metropoli d’Europa. Era una città piena di cantieri che Dante non poté vedere ultimati perché fu costretto all’esilio. Nel 1279 si cominciò a costruire Santa Maria Novella, nel 1284 la Badia, nel 1295 la chiesa di Santa Croce,  nel 1296 Santa Maria del Fiore e l’anno dopo Palazzo Vecchio. 

Dante nacque in una famiglia abbastanza antica e abbiente, ma non tra quelle più ricche della città. Gli Alighieri erano per lo più usurai (in un tempo in cui il contante era molto scarso). La sua famiglia agiata gli permise di vivere senza lavorare potendo contare sulle rendite dei poderi che aveva. La sua principale occupazione era lo studio cui si accompagnava la scrittura.

Il pontefice Paolo VI, in occasione dei festeggiamenti per il settimo centenario della nascita di Dante, scrisse un importante documento (Lettera apostolica motu proprio) sul poeta fiorentino dal titolo Altissimi Cantus, che fu pubblicato il giorno prima della fine del Concilio Vaticano II  (7 dicembre 1965). Al termine del Concilio il papa ha donato una copia della Divina Commedia a ogni padre conciliare.

Il papa Francesco ha promesso che, per il settimo centenario della nascita di Dante Alighieri, «profeta di speranza» e «maestro di umanità»,  la Chiesa proporrà un messaggio al mondo sul pensiero del sommo poeta.

         Lectura Dantis (Lettura di Dante). La prima fu fatta a Firenze, da Giovanni Boccaccio, nella chiesa di Santo Stefano in Badia, il 23 ottobre 1373, una domenica, scelta espressamente perché la gente accorresse numerosa ad ascoltare il poema del grande concittadino, morto esule da oltre mezzo secolo.

         Il padre gesuita Carlo D’Aquino, insigne latinista ammiratore e traduttore di Dante, nel Seicento, tradusse quasi tutta la Commedia in esametri latini, testimoniando così l’amore e l’importanza riconosciuta dai gesuiti al sommo poeta.

         Nel Settecento (secolo in cui accentuata era la critica, in tanta parte dell’Europa, alla cristianità, in particolare all’istituto del papato) nelle scuole dei Gesuiti Dante Alighieri non era l’autore maggiormente  raccomandato agli allievi, come lo erano gli autori dell’antichità classica, anche perché nei loro programmi scolastici il posto assegnato all’insegnamento della lingua italiana era abbastanza ridotto


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