LIVORNO- “Ho trascorso la notte scorsa in un appartamento a Livorno. L’appartamento era in condizioni appena sufficienti, l’ho dovuto lasciare la mattina, nel recarmi al traghetto per la Sardegna in ritardo di tre ore, ben 4 euro sul tavolo per la tassa di soggiorno. Nel tempo che ho trascorso girando per la città ho considerato alcune cose. I pedoni sono costretti a camminare in mezzo alla strada, nei vicoli centrali, perché le auto sono posteggiate dovunque; la sporcizia delle strade e i ciuffi di erba secca, che crescono in luoghi abbandonati ma frequentati, indica che la manutenzione è inesistente; ho cercato un parcheggio per la notte e ci sono passata davanti due volte perché non esistono cartelli che ne indichino l’ubicazione; i palazzi centrali sono in gran parte fatiscenti e scrostati e pieni di scritte ormai obsolete o quasi illeggibili. Tutto ciò per chiedermi: ma la tassa di soggiorno a che cosa serve?[… ]”
Così si è espressa sulle colonne del Corriere della Sera una turista, tale Margherita Barbieri, che si è pubblicamente lamentata delle condizioni in cui ha trovato Livorno nella mezza giornata in cui è transitata in città in attesa del traghetto per la Sardegna. Nella sua lettera aperta la turista ha voluto mettere a nudo i difetti di Livorno definita da lei stessa come “una città sporca e malinconica che trascura i suoi abitanti e non accoglie a dovere i turisti.”
Puntuale è arrivata la replica dell’assessore comunale Rocco Garufo che sul suo profilo Facebook ha voluto commentare la vicenda: “Cara Margherita Barbieri, le vorrei dire che è stata particolarmente sfortunata nell’imbattersi in una zona della città, a suo modo di dire, particolarmente degradata. Dico sfortunata, perché quelle stesse ore che lei ha passato a registrare ogni particolare negativo su strade, piazze, abitazioni e monumenti, avrebbe potuto impiegarle per visitare le nostre Fortezze, il Mercato Centrale più grande d’Europa, il museo di città, nel quale è allestita una bellissima mostra, dal titolo “Van Gogh involontario”, dedicata al maestro Mario Puccini, contemporaneo di Amedeo Modigliani. Avrebbe potuto visitare il Museo Fattori, con grandi capolavori della pittura ottocentesca. [… ] Per parte mia terrò in grande considerazione quanto da lei espresso, cercando di migliorare tutti gli aspetti negativi evidenziati. Non dimentichi che la aspetto a Livorno a visitare tutto quanto di bello abbiamo.”
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