Micah, di soli due anni, si spenge a causa di una malattia rara. La lettera del fratellino letta durante il funerale commuove tutti

Stamani i funerali nel Duomo di Livorno

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La Cattedrale di Livorno

LIVORNO – Se n’è andato a neanche due anni Micah Triberi, il bambino deceduto al Mayer nella mattina del 31 dicembre a causa di una malattia rara che, in poche settimane, se l’è portato via. Si è trattato di una sindrome linfoproliferativa, malattia genetica provocante una disfunzione del sistema immunitario che attacca piastrine e globuli rossi.

Livorno si stringe attorno al dolore di questa famiglia e segue il lutto con grande partecipazione al dolore per la perdita del bambino. Oltre a Livorno, città di origine della famiglia, sotto choc anche Collesalvetti, paese dove i Triberi avevano scelto di vivere per far crescere i figli nelle campagne limitrofe alla città. Stamani, in Cattedrale, alla presenza del Vescovo Giusti, si sono tenuti i funerali del piccolo Micah. Durante la funzione i fratellini, di 12 e 9 anni, hanno letto una lettera scritta pe il fratello che non c’è più:

“Caro Micah, il tuo tatone ti sta scrivendo questa lettera tutta per te, sei stato ma per me sei ancora il mio piccolo frignolino, il mio mini Dude. Ti ricordi quando ci schizzavi in piscina, quando andavi sullo scivolo e ci rubavi l’altalena? Ci pensiamo noi a riordinare giù, tu non preoccuparti, l’importante è che ti sia divertito, mamma un po’ meno a sistemare, ma vabbè… Ho anche trovato la macchinina viola che avevi perso e abbiamo comprato un Bing che ti farà compagnia lassù. Stammi bene, mio piccolo Dudino, ti amo, ti voglio bene. Il tuo tato”.

Fino a novembre Micah è stato bene, poi una febbre terribile ha spezzato gli equilibri di quel nucleo familiare. Inizialmente viene rilevata una mononucleosi, ma, a questa si aggiunge una linfoistiocitosi emofagocitica familiare. Inizialmente il bambino risponde alle cure e il papà si offre per una donazione di midollo. Ma a metà dicembre la situazione precipita e Micah non ce la fa, dopo il trasporto nell’ospedale pediatrico di Firenze si è spento la sera di capodanno.

 


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Toscano, pisano ed ingegnere. A Milano per lavoro, ma sempre in contatto con il mio territorio. Seguo con passione l'attualità, la politica e tutto ciò che crea un dibattito sano e costruttivo. Amo viaggiare e scoprire angoli nascosti e meno conosciuti, soprattutto della mia Toscana, sempre pronta a meravigliarci con le sue bellezze.