Montagna: limitare lo spopolamento e favorire il lavoro, sì unanime a proposta di legge

In commissione Sviluppo economico licenziata la proposta di legge a tutela dei territori montani, elaborata dal capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli con il consigliere Mario Puppa

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FIRENZE – Prevedere misure specifiche per i soggetti che vogliono avviare un’attività produttiva o riorganizzarne una esistente nei territori dei comuni montani e dare incentivi economici per svolgere attività finalizzate sia alla cura e custodia dei luoghi sia di carattere sociale in favore delle comunità locali di riferimento. Lo stabilisce la proposta di legge, licenziata all’unanimità questa mattina in commissione Sviluppo economico, presieduta da Ilaria Bugetti (Pd) a sostegno delle aree montane. L’atto è stato elaborato dal capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli, insieme al consigliere Mario Puppa (Pd). 

Si tratta di interventi per contrastare lo spopolamento, per rivitalizzare e riqualificare il tessuto sociale ed economico, dando priorità ai comuni montani, caratterizzati da maggiore disagio socio-economico e criticità ambientali con l’obiettivo di perseguire una sempre più efficace valorizzazione delle risorse territoriali, promuovere la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. 

“Tra le modifiche più sostanziali della legge viene tolto come criterio di partecipazione al bando, la collocazione dell’impresa all’interno dei Comuni facenti parte dell’Unione di Comuni – spiega Puppa – e questo perché non si penalizzino le imprese per scelte fatte dalla politiche dalle amministrazioni”. E’ stato allargato il bando alle imprese che si trovano a 500 metri sul livello del mare e non più a 600. Inoltre, tra i criteri di priorità ci sono l’ubicazione della sede operativa in comuni montani, “più alto è l’indice di disagio – afferma Puppa- più viene riconosciuta priorità all’impresa” e “dove c’è una minor presenza di attività produttive” e “lo svolgimento di attività in ambito commerciale”.  “Per consentire una maggiore diffusione degli incentivi economici abbiamo ritoccato l’importo erogato, portandolo da 30mila a 25 mila euro in 5 anni”. La legge disciplina anche gli elementi che portano alla revoca totale dei contributi dove non ci sia l’attuazione o il rispetto degli impegni  presi e si parla di revoca totale sia per la mancata realizzazione del progetto presentato, sia per il venir meno dei requisiti previsti che per la mancata adozione di provvedimenti in materia di tutela e salute dei lavoratori e di sicurezza sul lavoro. 

Il consigliere Puppa spiega, inoltre, che “si prevede un contributo aggiuntivo, pari al 20 per cento, nel caso in cui le imprese stipulino con il Comune una sorta di patto per far sì che siano svolti alcuni compiti per la tutela del territorio in ambito forestale ma anche la cura del territorio o attività sociali in favore del comune stesso”. Infine, si dà alle imprese che già operano su quei territori la possibilità di stipulare con il Comune patti di territorialità e di ottenere un contributo a fondo perduto di 15mila euro in 5 anni per sostenere anche il mantenimento delle imprese esistenti.  Nella norma finanziaria si rivedono gli importi , si implementa la disponibilità economica a un milione e 300mila euro in 3 anni.

“E’ una legge utile che condividiamo totalmente – ha detto Elena Meini (Lega) – vorrei proporre due emendamenti, il primo per inserire un criterio aggiuntivo, nel caso in cui ci siano più progetti nello stesso comune, dare priorità agli under 40 e tra i criteri avere considerazione per la sostenibilità ambientale”. Irene Galletti (M5S) ha espresso condivisione per l’inserimento nella norma del criterio di sostenibilità ambientale e della clausola valutativa. Anche il vicepresidente della commissione Vittorio Fantozzi (FdI) ha espresso condivisione sull’atto. 


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