di Sergio Salvatori
Vicino al Colosseo c’è Monti è il titolo di un bel docufilm che nel 2008 Mario Monicelli dedicò al suo rione, presentato alla 65a Mostra del cinema di Venezia. Ci è tornato in mente poiché chi si fosse trovato nei pressi del maggior simbolo di Roma il 6 luglio scorso, tra le 18.30 e le 19.30, avrebbe assistito e magari partecipato a un originale flashmob artistico in cui “vicino al Colosseo” si rubavano baci. Esattamente baci, quell’antica pratica in auge tra gli esseri umani che le diverse espressioni artistiche hanno descritto, raccontato, dipinto, cantato attribuendole i più vari significati e motivi. Bacio come scambio d’amore, bacio come annuncio di tradimento, bacio come violazione delle regole sociali della costumanza ma soprattutto, ci piace pensare, bacio come simbolo di libertà e di pace.
A concepire e organizzare il contest performativo #RubiamoBaci, in collaborazione con le associazioni di promozione sociale Abili Oltre e First Social Life, sono la poetessa romana Rossana Coratella (1981) e sua sorella, l’artista performer Teresa (1974), accompagnate dalla musica di Juan Carlos Albelo Zamora. Con la partecipazione degli attori Massimo Napoli e Sara Ren per la fotografia di Gabriel Cash, Salvatore G. B. Grimaldi e Denise Sarahi.
Non nuove a eventi di sensibilizzazione artistica performativa ˗ si ricorderanno nel 2019 La Terra dei Bruchi e Contaminiamoci d’Arte nel 2021 ˗ “siamo due sorelle”, spiega Teresa Coratella, “due artiste che cercano di far dialogare linguaggi diversi, quello pittorico con quello poetico-concettuale, per creare una sinestesi artistica che vada al di là del puro vedere, che sappia toccare l’anima e far riflettere”. Le fa eco la poetessa Rossana: “Ci sentiamo l’una ispirata dall’altra. Ci contaminiamo e crediamo molto in quello che raccontiamo. Ci piace pensare che l’arte non abbia confini o limiti prestabiliti: riuscire a esprimersi lasciando qualcosa per l’Altro crea passione e ci lega a una dimensione di sogno e di ricerca continua…”. Tale è stato l’happening a cui i romani hanno assistito tra la sorpresa e il divertimento in Largo Gaetana Agnesi. All’interno di cerchi adesivi apposti sul selciato sia gli attori sia il pubblico hanno potuto posizionarsi per donare baci o riceverli con l’obbiettivo che il bacio perdesse i lacci inibitori imposti ancora da retaggi socio-culturali e tornasse alla sua natura primigenia di gesto spontaneo.
Senza dimenticare la collocazione storica dei baci in questione, in tempi pregni di guerra, violenza e prevaricazione (il pensiero corre subito, in chi assiste alla scena, al femminicidio o alle relazioni tossiche nell’accezione ampia del termine) possa perdere un po’ di quei freni inibitori socio-culturali per ricongiungersi alla sua naturale essenza di gesto spontaneo. Come ricorda Rossana Coratella: “Laddove la legge e il buon senso non arrivano, c’è bisogno dell’arte. Nasce l’esigenza di comunicare in modo forte. E di farlo attraverso il mezzo più universale che esista: la bellezza. Perché l’arte arriva dappertutto; perché l’arte ci salva e ci salverà”.
Una manifestazione artistica che abolisce ogni barriera culturale e di linguaggio per presentarsi senza forme mediate come arte nel suo svolgersi, unione tra artista e spettatore che a sua volta ne diventa protagonista con il corpo e con il concetto realizzando anche, ci viene da pensare, quella teoria della collaborazione interpretativa tra autore e fruitore tanto cara alla semiotica.
Un’iniziativa di grande originalità, spontaneità e interesse “per ricordarci”, come recita il comunicato stampa del progetto,” che non ci serve nient’altro se non una dimensione di amore reciproco.
NB: le immagini che seguono sono pubblicate per gentile concessione di Salvatore G. B. Grimaldi
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