LATINA – La Paguro, invita Stefanelli ad una ulteriore riflessione sui siti individuati dal commissario Bonsignore. Lo fa con una missiva inviata al Presidente della Provincia, di Latina al sindaco di Aprilia Antonio Terra, a quello di Cisterna Valentino Mantini e per conoscenza anche alla Procura della Repubblica di Latina.

«La provincia infatti laddove dovesse adempiere all’imposizione regionale di indicare almeno un sito sui tre indicati dal Commissario dovrebbe tenere in considerazione (come già richiesto formalmente con l’istanza del 18.2.22 a cui la provincia è obbligata a rispondere) anche il sito della Paguro tra le ipotesi possibili, atteso lo stato avanzato del procedimento e il fatto che sarebbe certamente possibile per la Provincia convocare un tavolo tecnico con la Regione per discutere delle criticità individuate in conferenza di servizi su quest’ultimo sito, tutte certamente superabili (come si evince del resto dai motivi di ricorso e dalle osservazioni presentate in quella sede)».
E’ questo uno dei passaggi fondamentali della missiva inviata da Paguro al presidente Stefanelli in merito alla questione dei siti individuati dal commissario regionale Illumiontato Bonsignore che hanno scatenato la presa di posizione di sindaci e provincia.

Sempre a quando spiega l’amministratrice Rossana Fava, «il Commissario ha individuato tre siti che ha ritenuto idonei da adibire a discarica e che questi siti, ancora una volta stando alle dichiarazioni dei sindaci interessati, non sono affatto idonei ed anzi presentano notevoli problematicità, tanto che almeno due su tre non dovevano neppure lontanamente essere presi in considerazione.

E’ di circa due giorni fa la dichiarazione del Commissario Straordinario che nella Provincia di Latina non ci sono siti idonei al 100%, e allora non si comprendono le ragioni per cui se si è raggiunto un compromesso, sulla base di valutazioni discrezionali, per i tre siti, ciò non è stato possibile per quello della Paguro che oltretutto avrebbe affrontato interamente il costo della bonifica (e si ricorda che il fatto che il sito sia inquinato e da bonificare costituisce requisito preferenziale).
Inoltre, come più volte rappresentato, la Paguro ha presentato un progetto, e questo progetto è stato sottoposto al vaglio di TUTTE le amministrazioni competenti (11 pareri sono favorevoli e sei contrari), quindi (fermo restando l’esito del giudizio in corso promosso per impugnare il diniego) l’iter per la realizzazione della discarica è già in stato molto avanzato. Per i tre siti individuati, invece, al di là della tipologia di procedura o di iniziativa che la Regione intenderà adottare, è ancora tutto da fare (specie se come da lei sostenuto manca anche questo fatidico “studio di secondo livello”).
Non v’è chi non veda, quindi, come da un lato la Paguro, dal 2016 si prodiga senza riuscirvi per ottenere una autorizzazione che le viene negata per presunte criticità legate all’area, e dall’altro vengono individuati siti che presentano, le medesime criticità o altre altrettanto rilevanti e su cui si insiste, nonostante i tempi di realizzazione della discarica sarebbero ancora molto lunghi.

La scelta che desta più perplessità è quella di considerare la distanza dall’abitato di 300 mt, distanza che si otterrebbe in tutti e tre i siti solo “riducendo l’area dell’invaso rispetto alla superficie complessiva” cosa che si poteva fare anche nel caso di Paguro (dove invece si è considerata la distanza delle abitazioni dal confine anziché dall’inizio dell’invaso, come fatto per i tre siti scelti dal Commissario).
In sostanza i siti scelti ed in particolare i due relativi a ex cave, hanno i medesimi vincoli che esistono sul sito Paguro, ma si considera di superarli in una maniera che può utilizzarsi anche nel sito della Paguro, con un’enorme differenza CHE LE DUE CAVE SCELTE DAL COMMISSARIO SONO AREE NON INQUINATE, A DIFFERENZA DI QUELLA SCELTA DA PAGURO CHE E’ TRA QUELLE AD ALTISSIMA PRIORITA’ DI BONIFICA, E QUINDI DOVE SI SAREBBE UNITO “L’UTILE AL DILETTEVOLE” se si vuole usare un termine di facile comprensione.

Tutto questo lavoro messo in campo, dove di fatto “la palla” è tornata nelle mani della Provincia, è tanto più grave se si pensa che non fa altro che dilatare i tempi di realizzazione della discarica sulla Provincia di Latina, mentre la situazione dei rifiuti nel Lazio si aggrava ogni giorno di più e la Regione anziché provvedere con lealtà e in base ai principi di buona amministrazione ai propri compiti di pianificazione, trova il modo di scaricare ancora una volta sugli altri le proprie responsabilità e alla Provincia di Latina in particolare, prima con il commissariamento e, adesso, con la diffida da ultimo inviata alla Provincia a scegliere uno dei tre siti individuati dal Commissario».


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