Ponza di una volta, un caso da “Scientifica” con conclusione a lieto fine

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Scorreva una notte tempestosa a Ponza, di quelle che comunemente vengono definite noti da lupi. Nemmeno i lupi affamati avrebbero lasciato la loro tana con quel tempo inclemente, il vento ululava a più non posso e la paura era davvero tanta.A Ponza visto il clima mite non era necessario il riscaldamento nelle abitazioni, tuttavia donna Maria sentiva freddo. Era molto anziana con i suoi 96 anni, nonostante la sciarpa di lana sulle spalle e i vestiti pesanti si lamentava continuamente. Per ovviare a questo inconveniente la donna ricorse a un mezzo atavico: lo scaldino. Usava come combustibile la “moniglia”, polvere di carbone antracite che si accendeva facilmente emanando un buon calore. La signora Maria con lo scaldino acceso intorno sentiva un senso di benessere e tepore. Silverio – il nipotino di otto anni – faceva dispetti alla nonna, sempre indulgente nei suoi confronti. A un certo punto Maria pensò di convogliare del calore lungo il corpo, ringraziando il Signore per tanta goduria . Il nipote aveva acquistato delle castagne nel negozio di Concetta sapendo che le castagne poste sul fuoco senza essere liberate dal gas che contenevano sarebbero esplose fragorosamente. Silverio pensò immediatamente a uno scherzo nei confronti della nonna: carponi, carponi piazzò quattro castagne sulla polvere antracite dello scaldino. La deflagrazione non si fece aspettare e il colpo fu assordante. Cenere e carboncini saltarono su per le gambe della povera signora che si accasciò sulla poltrona come morta. Allora non si parlava di terrorismo ma si pensò a un erede impaziente. I familiari chiamarono il medico e il parroco, fu avvertito l’addetto alle pompe funebri. Il dottore, dopo un accurato esame, affermò che si trattava di uno svenimento. Il solerte maresciallo dei Carabinieri incaricò un suo collaboratore di analizzare i detriti e stabilire il tipo di esplosivo, la Scientifica stabilì con certezza che si trattava di detriti di castagne. Il colpevole fu presto identificato e il papà, dopo una tirata di orecchie, lo spedì a letto senza cena. La nonna di nascosto portò una merendina al nipote, dimostrando un affetto incredibile.


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.