ROMA- In realtà il decreto semplificazioni – teoricamente carato ieri notte dal governo – è tutt’altro che chiuso: il provvedimento dopo oltre quattro ore di confronto in Consiglio dei ministri, è stato approvato “salvo intese”. I nodi principali, assicura Palazzo Chigi, sono stati sciolti, ma c’è da giurare che ancora per diversi giorni, fino alla pubblicazione del testo definitivo sulla Gazzetta Ufficiale, continuerà il tira e molla tra i partiti.

Quel che sembra sicuro, a sentire alcuni dei protagonisti, è l’accordo sulla lista di opere pubbliche – sono trenta, e non 40-50 come si pensava, sulla base di un elenco preparato da diverse settimane dal ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli – che verranno “sbloccate” utilizzando poteri superspeciali che verranno attribuiti ad altrettanti commissari. Parliamo di infrastrutture tanto paralizzate che il governo ritiene inadeguati persino i poteri eccezionali attribuiti alle stazioni appaltanti sulla base dell’articolo 63 del codice appalti, e che però non saranno gestite sulla base del “modello Genova” che il partito democratico e il ministro De Micheli considerano non replicabile. In tutto, parliamo di investimenti già deliberati per 15 miliardi di euro.

Cinque miliardi di strade sbloccate

Sono tre le infrastrutture stradali più importanti tra quelle inserite nella lista da De Micheli. La prima è l’autostrada tra Roma e Latina, per le quali sono impegnati 1,5 miliardi di euro, e che sostituirà la statale Pontina per tutti i collegamenti con le aree industriali sorte negli anni ’70 a sud della Capitale. C’è poi il completamento del collegamento dell’Autostrada A12 tra Tarquinia e San Pietro in Palazzi (un miliardo di euro di investimento), e un nuovo lotto della statale 106 Jonica in Calabria (1,3 miliardi). Segue il tratto della Statale Salaria che attraversa i Comuni colpiti dal terremoto dell’Italia centrale (150 milioni), lo svincolo SS514 di Chiaramonte con la SS115 in provincia di Ragusa, in Sicilia, (670 milioni), la SS 675 Umbro-Laziale tra il porto Civitavecchia e il nodo di Orte, con la tratta Monte Romano est-Civitavecchia (472,23 milioni).

Quasi nove miliardi di ferrovie sbloccate

La lista prevede l’avvio dell’Alta Velocità di Rete per la tratta tra  Salerno-Reggio Calabria (si comincia con 230 milioni di investimento). Sempre parlando di Alta Velocità di Rete, segue il potenziamento della linea Fortezza-Verona verso il Brennero (3,3 miliardi), la tratta Venezia-Trieste (1,8 miliardi), il raddoppio della Genova-Ventimiglia (1,5 miliardi) compreso il collegamento al nodo di Genova e al terzo Valico, il raddoppio della Pescara-Bari (600 milioni), la linea Roma-Pescara (700 milioni), la nuova linea Ferrandina -Matera La Martella (365 milioni), la Palermo-Trapani via Milo (144 milioni), il potenziamento tecnologico e infrastrutturale della Taranto- Potenza-Battipaglia.

Dighe e acqua

Della lista di De Micheli fanno parte la messa in sicurezza della diga al Lago d’Idro, in provincia di Brescia, il potenziamento dell’acquedotto del Peschiera, che serve Roma dalla provincia di Rieti, l’ampliamento della diga di Maccheronis, in provincia di Nuoro, il completamento delle dighe di Monti Nieddu e Medau Aingiu, in provincia di Cagliari, il rafforzamento delle dighe sul fiume Tirso (Oristano), sul Rio Olai (Nuoro), sul Rio Govossai (Nuoro), sul Rio Mannu di Pattada a Monte Lerno (Sassari), sul Monte Pranu sul Rio Palmas (Or), sul Pietrarossa (En/Ct).

(Fonte La Stampa )


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