Prendendo a prestito il titolo del ben noto testo-manifesto di I.Kant “Risposta alla domanda:che cos’è l’Illuminismo?” (1784) a favore del progresso scientifico-culturale,per promuovere “l’uscita dallo stato di minorità” ovvero dell’ignoranza, per affermare la libertà delle idee,la solidarietà sociale, la funzione sociale e politica della cultura,quindi,della scuola. “….Sàpere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!” E’ questo il motto dell’Illuminismo”. Sotto certi aspetti gli italiani,da un lato,i nostri alunni,dall’altro, sono le vittime inconsapevoli di tale stato,ancor più inconsapevoli che a tenerli a bagnomaria nel loro stato di minorità “…provvedono già quei tutori che si sono assunti con tanta benevolenza l’alta sorveglianza” (dei soggetti in questione) Ho già avuto modo di scrivere che questa bestia del virus coronato (con le corna,come il peggiore dei demoni!) un qualche positivo effetto lo ha prodotto: Salvini sta calando nel favore popolare, il Melone giallo galleggia e così di seguito. Ma è la scuola ad avvertire il contraccolpo,in gergo militaresco il rinculo (vedi cannoni) nel senso che stanno emergendo tante insanità ( e altrettanto nella Sanità) ossia insane e inveterate consuetudini vuoi didattiche vuoi metodologiche. Non che le cosiddette lezioni a distanza,a mio avviso, siano di per sé innovative o rivoluzionarie anche se,per certi versi, inducono docenti e alunni a superare quello stato di “minorità” ossia di sudditanza a schemi obsoleti. Non fosse altro che nel e per il rapporto con l’istituzione scuola. Personalmente sono stato alquanto anarchico circa il “programma” e le stesse antologie di scuola (usavo molto le fotocopie di testi importanti di autori omologati dagli standard dei programmi,appunto). La situazione di fatto che stiamo vivendo,a mio avviso, favorisce i docenti nell’allargare il respiro delle loro lezioni svincolandosi dalle strettoie o tracciati obbligati (da chi?! dalla tradizione? Quale?!) proponendo la lettura e discussioni di testi illuminanti per i giovani, ad esempio,Kant: perché non prendere l’abbrivio da quella deliziosa “operetta”(si fa per dire!) < I sogni di un visionario.Spiegati coi sogni della metafisica>: piacevole a leggersi, accessibile agli scolari, punto di partenza (e di arrivo) per accedere alle ben più note “Critiche” kantiane. Anche qui basterebbe una domanda (agli alunni): ” Sogno o son desto, qui,là o aldilà? etc.etc. Così pure “Per la pace perpetua”(1795), oggi più che mai attuale. Kant afferma che gli stati,per definizione,sono indipendenti quindi non possono essere subordinati a uno stato mondiale: la giustizia internazionale presuppone una pluralità di stati. Può essere fatta rispettare solo da un accordo tra stati che formano “una libera lega[federazone] di stati”la quale “non tenta di acquisire alcuno dei potei di uno stato,ma soltanto di preservare e di garantire la libertà di ogni singolo e degli altri stati ad esso legato”. Insomma, il concorso delle nazioni consentirebbe agli stati di estendere l’applicazione della giustizia attraverso garanzie di integrità territoriale e il ripudio dei presunti diritti di di fare guerra(!). Probabilmente un simile consorzio avrebbe poteri meno numerosi e intrusivi di quelli delle Nazioni Unite. Kant intende una giustizia cosmopolita (europeista) secondo la quale si stabiliscono i criteri con cui gli stati possono trattare individui senza cittadinanza, con essi il diritto all’ospitalità o un diritto al ricorso(Besuchsrecht) che preveda “il diritto di provare a stabilire una comunità con tutti e, a tal fine, di visitare tutte le regioni della terra”. Tuttavia il diritto all’ospitalità non è soltanto quello di viaggiare per scopi triviali o turistici bensì quello di visitare altri stati per comunicare e “operare per la realizzazione della pace perpetua. Aiuto,troppo lungo! Cari docenti e studenti, approfittate di questa anomalia virale….Liberatevi dai programmi,ne avete facoltà, tanto più che gli esami (insistono a dire “di maturità”? Che orrore”),vivaddio, sono pro domo vestra (!),dunque si tralasci l’ordinario (i testi più che collaudati e frequentati!) e si vadano a pescare quelli che dettano le “istruzioni per l’uso” del/dei drammi contemporanei. FINE DELLA INVASIONE BARBARICA !! (gmaul)


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