RomaEuropa Festival, al Teatro Vascello Noè Soulier il prodigio della nuova danza francese

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Dopo la settimana di appuntamenti dedicati alla “nuova danza”, il Romaeuropa Festival 2016 torna ad indagare i linguaggi della grande danza internazionale. 
In scena al Teatro Vascello, il 9 e il 10 Novembre, il ventinovenne Noè Soulier, prodigio della nuova danza francese, già osannato per le sue performance nei più prestigiosi teatri internazionali, nei musei e nelle fondazioni (una fra tutte la Fondation Louis Vuitton di Parigi), presenta in prima nazionale il suo Removing, perfetto e avvincente connubio tra ricerca concettuale e movimento, composizione formale e tensione emotiva. 
 
Già al Romaeuropa Festival nel 2014 con Mouvement sur mouvement, Soulier prosegue con Removing la sua ricerca sulla relazione tra l’intenzione, il movimento e i significati generati dal gesto. Cinque sono i danzatori in scena (insieme allo stesso coreografo) pronti a eseguire frammenti d’azioni comuni (come colpire, prevenire, fermare, saltare ecc.), ma private della loro conclusione e della loro efficacia e innervate all’interno di una coreografia piena di tensioni. Quella di braccia e gambe pronte all’azione, dei corpi che s’incontrano e scontrano e che s’articolano perfetti nello spazio; infine, quella dell’istinto, capace di donare sempre nuovi significati all’azione corporea.  
 
«Ho lavorato su quei movimenti che nella realtà hanno uno scopo pratico. Volevo che l’intenzione che dà origine al movimento fosse molto chiara per il danzatore che lo compie, ma, allo stesso tempo, che non fosse riconoscibile da parte dello spettatore. Infatti, se lo spettatore riconosce lo scopo di un’azione sarà portato a concentrarsi sull’aspetto narrativo del gesto o sulle sue motivazioni e non invece sulla qualità del movimento. Trovo molto emozionante quando una coreografia riesce a far emergere delle sensazioni intime senza rappresentarle o metterle in scena esplicitamente. Sono interessato al rapporto tra ciò che si può mostrare sulla scena e le sensazioni che si possono suscitare indirettamente nel pubblico» ha spiegato Soulier.
 
Base di questa ricerca è la tradizione della danza,  dal repertorio classico a quello  moderno e contemporaneo, che il coreografo reinventa magistralmente spostandone i confini in spettacoli e performance create per sé stesso o per gruppi di danzatori. Continua Soulier: «Il mio percorso presso P.A.R.T.S. mi ha permesso di avere un approccio pratico a gran parte del repertorio della danza contemporanea: da William Forsythe a Trisha Brown, dalla stessa de Keersmaeker a Wim Vandekeybus. Avendo già studiato la danza classica, e in parte anche la danza moderna, questa scuola mi ha permesso di acquisire una conoscenza pratica e abbastanza completa della danza occidentale. Il nostro patrimonio coreografico è molto importante: ciò che cerco di fare attraverso le mie performance, i miei spettacoli e alcuni miei testi teorici è capire come instaurare un rapporto attivo con questa eredità. Ho deciso poi di approfondire lo studio del pensiero filosofico. Non volevo essere impressionato né tanto meno annientato dalla teoria, volevo al contrario padroneggiare il pensiero, avere un campo di riferimenti teorici meno esplorato, fare in modo che la teoria non servisse solo da giustificazione posticcia per alcune scelte coreografiche, ma fosse parte integrante delle mie pièce». 
 
Ed è proprio tale raffinata combinazione di teoria e pratica, che torna a caratterizzare Removing. Se in Mouvement sur mouvement la coreografia, eseguita dallo stesso Soulier, era esplicitamente connessa a un percorso di natura teorica sulla danza (esposto durante la performance), qui lo studio del movimento e dei suoi significati è assorbito all’interno di una pièce in cui il pensiero si trasforma immediatamente in movimento, slancio, azione: un modo per parlare direttamente allo spettatore e al suo corpo.

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