Erano rimaste silenti dall’aprile scorso, da quando iniziarono le opere di restauro della torre campanaria della Chiesa Madre di Sabaudia, rese possibili da un finanziamento elargito dal Ministero dei Beni Culturali. Interventi tra i quali, grazie ai buoni e tempestivi uffici del parroco, Don Massimo Castagna, e alla sensibilità del direttore dei lavori, fu inserito anche quello relativo al ripristino delle campane.
Ed ora, per la gioia dei fedeli, eccole ritornate, da un paio di settimane, al loro antico splendore e alla loro rituale funzione dall’alto dei 46 metri del campanile che, insieme alla torre del palazzo comunale, domina la città di Sabaudia.
Quattro sono le campane dell’edificio sacro, e tutte di grande interesse storico perché risalenti al periodo di fondazione, con tanto di iscrizioni e raffigurazioni a celebrare l’opera di “redenzione dell’Agro Pontino”.
Come si legge nel post pubblicato dalla Parrocchia Santissima Annunziata, la campana dell’Annunziata ha impressa l’immagine dell’Arcangelo Gabriele, che si presenta a Maria, e reca la scritta: “Dalla terra restituita all’umano lavoro, inni di grazia e di gloria si levano verso Dio”.
La campana dei Bonificatori reca l’effige della croce e la scritta: “Lo stesso bronzo che tuonò in battaglia chiama ora a raccolta i vittoriosi della nuova guerra”.
Sulla campana della Pietà è riportato un uomo morente soccorso da un angelo e su di essa si legge: “Dalla fede in Dio gli uomini di buona volontà hanno tratto la forza a redimere la terra, fonte di ogni ricchezza e benessere”.
Sulla campana della Vittoria c’è lo stemma che la rappresenta con gli angeli che la coronano. Su di essa si legge: “Sulla terra redenta dal secolare abbandono si diffonde il suono che invita alla preghiera confortatrice della santa fatica”.
Intanto nel complesso religioso di Piazza Regina Margherita fervono ancora i lavori di restauro e conservazione al battistero e al mosaico dell’Annunziata.
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