FROSINONE- Sassaiola contro gli studenti di nazionalità cinese dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone. L’episodio lo riferisce il presidente del Consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini ed è emerso da una conferenza stampa della direttrice dell’Istituto Loredana Rea e del presidente della Consulta degli studenti Luca Spatola. All’origine, secondo quanto riportato, il caso di una studentessa cinese malata risultata poi negativa al test eseguito allo Spallanzani.

Il caso della studentessa, poi risultata negativa, aveva portato alla chiusura cautelativa dell’Accademia. La giovane poi era stata trasferita allo Spallanzani dove è stato accertato che non aveva contratto il virus.  «È un episodio gravissimo, senza precedenti, un’autentica vergogna – commenta Buschini – Mi auguro che gli autori di questa follia possano essere perseguiti dalla giustizia e si rendano conto dell’assurdità che hanno commesso, nella speranza Che vogliano pentirsi e chiedere scusa».

«Io sono senza parole, spero che i responsabili siano coscienti di dover rispondere di questa vergogna. Se la disinformazione porta addirittura a gesti pericolosi come questo, dobbiamo impegnarci tutti e di più per raccontare la verità e le notizie corrette. Solidarietà alle vittime di una vera e propria aggressione”. Così su Facebook il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, commenta quanto accaduto all’Accademia di Belle Arti.

Il preside: «Fatti avvenuti fuori dall’istituto»
«Tengo a precisare – ha aggiunto la direttrice – che tutti i nostri studenti di ritorno della Cina non provengono dai luoghi dove si è sviluppato il focolaio, perché ad oggi Shanghai non ha casi di Coronavirus ma visto il continuo diffondersi di notizie anche non veritiere, ho ritenuto opportuno dare le notizie a tutti gli interessati, ma soprattutto per tranquillizzare sulla situazione dell’Accademia e dei nostri studenti, specie la sua grande componente cinese».

«Il mio vivere l’Accademia comprende la familiarità totale e per gli studenti stranieri l’Accademia rappresenta anche una sorta di famiglia. Non a caso qui da noi studiano anche giovani thailandesi, iraniani e altri mediorientali».

La direttrice ha poi aggiunto che essendo la loro una accademia internazionale, «per molti di loro significa stare lontano dalle famiglie anche per un intero anno accademico. Necessariamente, l’Accademia rappresenta un punto di riferimento per le loro problematiche, non solo legate allo studio ma anche spesso alla gestione della quotidianità della vita e non credo che i nostri studenti abbiamo dato peso più di tanto ad un eventuale episodio di intolleranza. Chi decide di vivere lontano migliaia di chilometri dal luogo natio è ben preparato a doversi scontrare con mentalità diverse. La cultura, ho sempre pensato, è la cura a tutti i mali».

 

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