LATINA – Nel corso delle prime ore della mattinata odierna i militari della sezione operativa della compagnia di Latina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari rispettivamente nei confronti di Mohamed Jandoubi, 34enne nato in Tunisia e trasferitosi a Latina, e Guerino Di Silvio, nato a Latina nel 1971 e residente nella stessa; i due si sono resi protagonisti di 5 furti con strappo commessi nel capoluogo pontino tra i mesi di aprile e maggio 2021 e, per questo motivo, sono stati tratti in arresto dopo le indagini dei Carabinieri.

Le modalità e le circostanze degli scippi, così come emerso dagli elementi investigativi raccolti, denotano una particolare spregiudicatezza delle condotte, una significativa pericolosità sociale e come i comportamenti tenuti presentano i caratteri della serialità. Nei vari fatti reati infatti è stato possibile evidenziare come le azioni fossero eseguite con le medesime modalità, in concorso con più persone, con suddivisione dei compiti (Di Silvio autista dell’autovettura usata per la fuga e Jandoubi autore materiale) e come anche i luoghi di realizzazione e la tipologia delle vittime fosse effettuata con particolare attenzione (principalmente ragazzi giovani o donne anche di eta’ anziana).

Jandoubi, pluripregiudicato e contiguo al noto sodalizio criminale del capoluogo “Travali” e per un breve periodo ai “Di Silvio”, era stato arrestato lo scorso giugno dalla Polizia di Latina. L’uomo, ritenuto essere l’autore di almeno due eventi criminali, tra i quali uno al Piccarello, uno in Via Quinto Ennio (vicino Via Ezio) ai danni di due donne, più un terzo episodio, era stato intercettato dagli agenti della Squadra Mobile proprio mentre si stava recando presso la stazione ferroviaria di Latina. Per gli investigatori il suo intento era quello di fuggire. Il 34enne tunisino, per quei fatti contestati, sarà processato il 27 ottobre davanti al giudice monocratico Francesco Valentini presso il Tribunale di Latina. L’uomo è l’ex convivente di Valentina Travali, sorella dei fratelli Travali, coinvolta sia in “Alba Pontina” che nell’operazione “Reset”, e protagonista del video rap girato ai Palazzoni per cui è stata tradotta in carcere.

A settembre 2020 Jandoubi è stato condannato a 2 anni e 4 mesi per spaccio di stupefacenti, anche in sede di Appello, nel processo “Alba Pontina”, ossia il filone che ha confermato il metodo mafioso per i figli di Lallà e che si è svolto a Roma per tutti coloro che hanno scelto, come il 34enne tunisino, il rito abbreviato. Stessa pena per Hacene “Hassan” Ounissi (all’epoca dei fatti – ossia 2015-2016 – compagno di Valentina Travali) e due mesi in meno per la medesima Valentina Travali: tutti e tre, in quell’inchiesta della Squadra Mobile di Latina, “Alba Pontina” per l’appunto, erano accusati di aver spacciato sostanza stupefacente, cocaina ed eroina, tra Via Corridoni (Quartiere Nicolosi) e Piazza del Quadrato. Prima in proprio e poi per conto del Clan Di Silvio che aveva imposto a loro l’acquisto della cocaina, forti anche del fatto che, nel frattempo, il Clan Travali era stato indebolito dagli arresti eseguiti con l’operazione Don’t Touch (2015).


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