Sezze, il cimitero e la “questione morale”.

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LATINA- Sono giorni che m’interrogo sui fatti setini. Vale a dire, sul presunto mercimonio elevato a sistema che infestava il cimitero del paese. Mi viene alla mente l’antico adagio , quel “Parce sepulto” che Virgilio incastona nel III libro dell’Eneide.

Il fatto che i defunti meritino rispetto sembrerebbe una ovvietà. L’inchiesta di questi giorni è lì a dimostrare quanto sia doveroso utilizzare il condizionale. Colpisce, leggendo quel che trapela delle indagini della Procura di Latina, la totale assenza della più elementare forma di morale, umana e “politica” nel governo di un luogo, peraltro sacro, quale è un cimitero.

Non sono giudice e nutro il più profondo disprezzo verso chi intende promuovere processi o erigere castelli accusatori a mezzo stampa. Dunque i reati, qualora ci fossero, saranno accertati e come tali perseguiti dall’autorità giudiziaria.

Quel che colpisce, ripeto, è la corruzione morale dei costumi, del linguaggio, della prassi. Bene ha fatto il primo cittadino a protocollare le sue dimissioni, invitando tutta la classe politica setina a fare altrettanto. Del resto, sarebbe ipocrita e intellettualmente disonesto attribuire ogni responsabilità, sia anche di omesso controllo, all’attuale amministrazione. Mi sembra che il problema sia a monte, come si diceva una volta. Vale a dire la degenerazione di un sistema politico sclerotizzato in decenni di gestione ed esercizio del potere politico- amministrativo. Delle due l’una: o i politici setini degli ultimi vent’anni non sapevano quel che accadeva in quel campo santo – certificando, di fatto, la loro idiozia – oppure si è voltata la testa dall’altra parte.

Fra persone mediamente intelligenti è impossibile non porsi alcune domande quando un custode scorrazza per le vie non già di una metropoli, ma di un paese, con una macchina di lusso. Di più, è pensabile che all’interno di un cimitero sorga una piscina e l’amministrazione comunale, il suo ufficio tecnico, i lavori pubblici non ne siano edotti?

Mi pare che si possano osservare due fenomeni che, è bene specificarlo, non riguardano soltanto Sezze: in primo luogo, un diffuso relativismo morale. Se tutto è giusto, fattibile, percorribile niente finisce per esserlo. In secondo luogo c’è un autismo sociale tale per cui quel che accade all’esterno di casa mia è altro da me, dunque non si vede non si sente non si parla. In questo modo fatti come quelli di Sezze possono trascinarsi, appunto, per decenni nell’indifferenza generale.

Quando ho letto per la prima volta questa triste notizia m’è venuta in mente, a proposito della totale mancanza di pietas per la morte e per chi la subisce, Pentisilea. Regina delle Amazzoni, guerriera valorosissima, fu uccisa in duello da Achille. Questi, accortosi che la vittima era una donna di estrema bellezza, ebbe un rapporto amoroso con il cadavere. Tersite, il guerriero più brutto e meno considerato, rimproverò Achille per questa mancanza di sensibilità verso la salma. In sostanza, lo considerò né più né meno che un necrofilo. Naturalmente Achille fece fuori in un batter d’occhi anche Tersite.

Nella cultura classica, quella greco-romana di cui siamo figli, ai cadaveri doveva essere posto un lenzuolo bianco. Anche Socrate, poco prima di morire, si coprì il volto. E’ l’umano rispetto per la morte, per il trapasso. Quel “Parce sepulto” virgiliano che, probabilmente, a Sezze qualcuno ha dimenticato.

 

 


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Sono laureato in Scienza della Politica con tesi dal titolo: ”L’eccezionale: Storia istituzionale della V Repubblica francese”. Socialista liberale libertario e radicale. Mi sono sempre occupato di politica e comunicazione politica collaborando a campagne elettorali e referendarie. Ho sempre avuto una passione per il giornalismo d’opinione e in News-24 ho trovato un approdo naturale dove poter esprimere liberamente le mie idee anche se non coincidono sempre con la linea editoriale della testata. Ma questo è il sale della democrazia e il bello della libertà d’opinione.