Sindacati contro il Comune: termovalorizzatore e AAMPS rischiano di essere una bomba ad orologeria, dichiarato lo stato di agitazione

Golino. "Chiudere il termovalorizzatore è un danno enorme per tutta la città, il Comune ci convochi ad un tavolo e ci ascolti"

474

LIVORNO – CGIL, CISL, UIL e FIADEL dichiarano lo stato di agitazione dei lavoratori AAMPS, lo fanno sapere attraverso una nota congiunta nella quale contestano merito e metodo adottato dal Comune di Livorno. Da un lato la bomba termovalorizzatore: “Contestiamo la scelta del Comune di Livorno di procedere unilateralmente alla scelta d’interrompere l’operatività dell’impianto di termovalorizzazione, con gravissime ripercussioni per la Città, la tutela dell’ambiente, la tenuta del bilancio aziendale e il lavoro”.

Ma non c’è solo la controversa questione termovalorizzatore a far scattare l’agitazione sindacale, sul piatto ci sono anche i tanti lavoratori precari di cui le stesse sigle sindacali hanno più volte chiesto la stabilizzazione ma su cui AAMPS, per ora, ha fatto orecchie da mercante.

Insomma, la miccia sembra accesa ed è nelle mani del Comune di Livorno e della sua partecipata AAMPS.

Giovanni Golino, segretario CGIL Funzione Pubblica di Livorno è amareggiato, la chiusura del termovalorizzatore, ci spiega, è un grave danno alla città:

La cosa che più mi preoccupa è che la chiusura del termovalorizzatore è una questione innanzitutto ambientale, spegnere il termovalorizzatore peggiora le condizioni ambientali di Livorno, inutile girarci attorno. L’impianto è un’eccellenza italiana, lo dicono i dati, ha emissioni bassissime, uno dei dati migliori tra i termovalorizzatori italiani -ci spiega- voglio altresì sottolineare che l’impianto appartiene alla macchina pubblica, non lavora per il profitto ma per alleggerire le spese dei livornesi e questo è un valore inestimabile.

Segretario, ma quindi qual è il futuro senza termovalorizzatore?

I rifiuti che oggi termo-valorizziamo a Livorno dovranno esser trasportati altrove, l’inquinamento che provocherà il trasporto su gomma aumenterà l’inquinamento della città, molto peggiore di quel poco proveniente dall’eccellente termovalorizzatore. Oltre a questo dobbiamo considerare che i rifiuti andranno in discarica, le discariche sono molto inquinanti, più di un qualsiasi termovalorizzatore.

Ma non si tratta solo di una questione ambientale bensì anche economica

Esattamente, se dobbiamo portare altrove i nostri rifiuti aumentano i costi e saranno scaricati sulla Tari dei cittadini. Non solo, perdiamo anche la vendita di energia elettrica. Considerate che AAMPS ad oggi non paga bolletta perché vendendo l’energia riesce ad avere costo 0, quindi dovrà iniziare a pagare bollette molto salate e perderà anche i ricavi di questa vendita. Ci tengo a specificare che rivendichiamo in pieno anche i diritti dei lavoratori con le loro mansioni e i loro salari, ma la soluzione più giusta per tutti sarebbe non chiudere l’impianto.

Attualmente c’è un dialogo con il Comune di Livorno?

Ci sarebbe un tavolo aperto, ma poi il Comune ha comunicato che il termovalorizzatore verrà chiuso, allora cosa ci sta a fare il tavolo? Se il Comune ci convoca ad un tavolo noi andiamo volentieri, sarebbe auspicabile, ma se ci convoca deve anche ascoltarci.  

Questo stato di agitazione avrà conseguenze sindacali più serie?

Noi siamo apertissimi e speranzosi nel dialogo, ma non abbiamo paura ad arrivare allo sciopero, chiudere il termovalorizzatore è una follia per la città e per i lavoratori. 

A fargli eco anche Uliano Bardini, di CISL FIT:

All’interno del termovalorizzatore ci sono lavoratori altamente specializzati, verranno ricollocati e non ci sono rischi occupazionali, ma non sanno dove verranno ricollocati. Questi lavoratori vogliono la stessa garanzia salariale e di mansione ed è difficile che la ottengano alla luce della loro specializzazione altamente specifica. Il termovalorizzatore non può avere ripercussione sui lavoratori – conclude Bardini.

Poi c’è la questione dei precari in AAMPS:

Bardini, perché anche la Cisl ha diramato lo stato di agitazione?

Lo stato di agitazione si è ritenuto utile perché nei mesi passati abbiamo sottoscritto un accordo per la stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato, adesso la loro posizione potrebbe andare in conflitto con l’internalizzazione di alcuni lavoratori di AVR. Non siamo contrari all’arrivo di nuovi lavoratori, ma prima vanno stabilizzati i precari, c’è un accordo con AAMPS che lo stabilisce senza però quantificarne le tempistiche. La partecipata non ha mai chiuso il dialogo ma la discussione si sta protraendo troppo, occorre intervenire e dare garanzie.

Concorda anche la CGIL, che insieme alle altre sigle sindacali ha dichiarato lo stato di agitazione:

I 35 lavoratori precari sono impiegati strutturalmente AAMPS -fa sapere Golino della CGIL- l’azienda si è impegnata a stabilizzarli entro la primavera del 2023. Nel frattempo, però, è stato assunto un lavoratore in graduatoria al 36° posto, elemento di grande criticità, perché se viene assunto a tempo indeterminato scavalca i 35 precedenti. questo lavoratore proviene da un’altra azienda di rete ambiente e aveva fatto un legittimo concorso, a noi fa piacere la sua assunzione, ma allora vengano stabilizzati subito gli altri 35, su questo non ci sono compromessi accettabili”. 

Adesso la parola passa al Comune, che può intervenire e convocare un tavolo, oppure far finta di niente e continuare ad agire in solitaria fino a quando i sindacati non alzeranno la tensione.

 

 

 


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedenteA caccia di uccelli armati di fucili e congegni elettroacustici illegali: deferiti tre bracconieri
Articolo successivoSabaudia. Eventi natalizi 2022, l’interrogazione al sindaco del Partito Democratico
Giurista e giornalista pubblicista dell'Ordine della Toscana, ho vissuto a Firenze, Parigi e Roma senza mai smettere di essere livornese. Per il mio territorio nutro un interesse atavico, un amore senza condizioni. La mia seconda Casa è l'isola d'Elba. Appassionato di scrittura sin dalla più tenera età, gestisco la sezione Toscana della testata oltre ad altre collaborazioni online e su carta stampata.