FIRENZE- Il giallo dei cadaveri chiusi nelle valigie a Firenze arriva a una nuova svolta. Un quarto trolley durante il sopralluogo in corso per le indagini sul duplice omicidio è stato trovato dai carabinieri nel campo a ridosso del carcere fiorentino di Sollicciano in cui erano già state trovate le altre tre valigie con cadaveri a pezzi nascosti dentro. Il contenuto del quarto trolley è in via di verifica all’Istituto di Medicina legale di Careggi. Il bagaglio, secondo quanto si è appreso, conterrebbe verosimilmente la parte mancante dell’uomo, ovvero una gamba. Parti del corpo dell’uomo sono stati trovati in altre due valigie, mentre il busto di una donna è affiorato da una terza valigia.

Intanto è stata scoperta l’identità di uno dei cadaveri, i cui resti si troverebbero anche nella quarta valigia. E’ dell’albanese Shpetim Pasho. Dalla prima comparazione effettuata dalla Sezione Impronte dei Ris di Roma, informano i carabinieri, “tutti i punti rilevabili sull’impronta di un dito di una mano del cadavere di sesso maschile corrispondono alle sue impronte dattiloscopiche”.

Prende dunque sempre più corpo l’ipotesi che i resti dei corpi trovati in tre trolley in un terreno alla periferia di Firenze appartengano ai coniugi albanesi Shpetim e Teuta Pasho, scomparsi nel 2015. A battere questa pista fu a suo tempo anche la trasmissione di Rai 3 Chi l’ha visto?, che per prima aveva indagato sulla scomparsa dei due dopo la segnalazione alla redazione da parte della figlia della coppia. La donna aveva detto di non aver più avuto notizie dei genitori dopo l’ultima telefonata da Scandicci, dove avevano trovato un appartamento in affitto per il loro soggiorno. Shpetim e Teuta Pasho, infatti, erano solo di passaggio in Italia: erano venuti dall’Albania per vedere il figlio che era detenuto, in quel periodo, proprio nel carcere di Sollicciano.

A poca distanza dagli altri tre trolley contenenti resti umani la scinetifica ha ritrovato una quarta valigia a Firenze nel campo agricolo tra il carcere di Sollicciano e la Fi-Pi-Li. Il contenuto della valigia è stato inviatao a Careggi a Medicina legale per essere esaminato. Si tratterebbe di altri pezzi del cadavere di Shpetim Pasho, 54 anni, scomparso nel nulla con la moglie Teuta, 52 anni, agli inizi del novembre 2015 (foto di Enrico Ramerini/CGE)

Shpetim e Teuta Pasho (54 e 52 anni al momento della scomparsa) venivano periodicamente in Toscana, dove vivono i loro figli. Il loro ultimo soggiorno era iniziato il 4 ottobre 2015 ed era durato circa un mese. Poi il 2 novembre la figlia aveva ricevuto una telefonata da un numero anonimo in cui la madre le diceva di non voler rispondere a nessuno. Da allora il silenzio assoluto. Fu la figlia Dorina a dare l’allarme sulla loro scomparsa: chiamò Chi l’ha visto? e sui social pubblicò la foto della madre e del padre per cercare aiuto e rintracciarli. Ora il ritrovamento dei due corpi fa supporre che si tratti proprio dei coniugi Pasho.

Un altro particolare che non sembra sfuggito agli investigatori riguarda il figlio della coppia: all’epoca della loro scomparsa era detenuto proprio nel carcere di Sollicciano per reati di droga. Risulta ai carabinieri irreperibile dal 2016, dopo un’evasione: venne messo ai domiciliari dalla fine di ottobre del 2016. Circa 15 giorni dopo evase dai domiciliari. L’uomo deve scontare ancora quattro anni di detenzione per condanne legate a reati di droga.

Atroce sarebbe stato il supplizio subìto dalla donna uccisa: massacrata di botte, mentre era distesa a terra, e poi asfissiata: sarebbe morta così, secondo quanto sarebbe emerso dall’esame autoptico. L’ipotesi ricostruita dal medico legale è che la donna, di mezza età, deceduta da almeno un anno, sarebbe stata distesa poco prima di morire. L’assassino si sarebbe seduto Sul suo corpo,, facendo pressione sullo sterno.Poi l’avrebbe presa a pugni. Sul volto e sulla testa della donna ci sarebbero numerose escoriazioni e contusioni. Diverse le costole fratturate accertate dall’autopsia.

(Fonte La Repubblica )


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