Sono convinto che il PD per la contemporanea tornata elettorale regionale non deve creare nella sua base motivi di divaricazione e pertanto finirà con l’affidarsi alla libertà di coscienza  individuale pur illustrando i motivi che militano per il sì e per il no. Il precedente più autorevole il comportamento  scelto dalla DC per il referendum Monarchia-Repubblica. Mi ha fatto immenso piacere che le Sardine anche a Latina si siano dichiarate per il no motivato contro un duro attacco al Parlamento presidio della democrazia rappresentativa. Il si può contare sul discredito alimentato per anni dai rivoluzionari grillini che vanno incontro ad un suicidio di massa per la contrazione dei seggi ad un terzo dell’attuale ed il dimezzamento dei voti previsto dai sondaggi. Le contraddizioni non possono non esplodere con un Fico che eletto Presidente della Camera prende impegno solenne per la centralità del Parlamento mentre  Di Maio suo capo politico ne vuole fare un centrino eteroguidato e temporaneo con soli due mandati quando avranno imparato qualcosa. La libertà di un voto di coscienza su temi istituzionali non è un pilatesco lavarsene le mani se motivata come finora non si è fatto o non si è stati in grado di fare. Eletti i consiglieri regionali ed i parlamentari europei i ci si è chiesto giustamente di portare i parlamentari alla media dei paesi europei dello stesso peso demografico, nulla a che vedere con l’involuzione autoritaria dell’amputazione con scopi punitivi. Un PD che sapesse e volesse volare alto, metterebbe tutte le forze di fronte alla scelta di fondo che ho auspicato qualunque sia l’esito del referendum con l’apertura di una fase costituente non escludendo il ricorso ad un’assemblea costituente con i suoi membri incompatibili con incarichi parlamentari di governo o di sottogoverno. Più di trent’anni di tentativi falliti hanno dimostrato che il Parlamento non regge l’affrontare insieme i compiti di governo e l’innovazione istituzionale,  sempre sacrificata agli equilibri di governo. Col taglio di un terzo la rappresentanza sarebbe riservata ai comuni capoluoghi e simili di entità demografica. Una mutilazione a spese dei comuni medio-piccoli che sono la maggioranza del Paese.

Rodolfo Carelli  (Ex deputato DC )


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