A Latina si sta formando la nuova giunta comunale con sussurrati i primi nomi, le prime indicazioni, poche certezze. Ho stima della sindaca Matilde Celentano che in questo periodo sta ascoltando le forze politiche di centrodestra che hanno vinto le elezioni e propongono i loro adepti. Credo nel primato della politica sulla tecnocrazia, non vedo bene gli specialisti che, pur bravi, non sono spesso in grado di comprendere i bisogni della gente, essendo molto lontani. Sono favorevole da sempre alla cosiddetta “giunta del sindaco”, al di fuori dai partiti o organizzazioni politiche. Mi balza in mente la scelta fatta a Milano nel 2011 da Giuliano Pisapia (Sinistra Ecologia e Libertà di Nichi Vendola) che immediatamente nominò assessore al bilancio, al patrimonio, ai tributi, l’onorevole Bruno Tabacci. Si tratta del più democristiano dei democristiani, uno che sta al centro del centro. Oggi, nei contrasti sociali resi più acuti e spesso drammatici dalla situazione storica che si è venuta formando, le prospettive non sono rosee. A Latina occorrono delle scelte con significati lontani da ogni immobilismo, senza tecnicismi che hanno un valore puramente empirico.
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