US Livorno, cronaca di un dramma sportivo che nessun tifoso si meritava di vivere

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LIVORNO – Poteva finire in un modo peggiore? Molto probabilmente no. Il Livorno, dopo lo spareggio con il Tau davanti a un pubblico da Serie A, doveva chiudere la pratica promozione a suo tempo senza ritrovarsi ieri, con oltre 30°C all’ombra, a Pomezia per gli spareggi nazionali. Ma, come è stato spesso ripetuto in queste settimane, era inutile ripensare al triangolare regionale fasciandosi la testa, la promozione andava presa sul campo negli spareggi nazionali. Non importava come, bastava farlo. E ieri gli uomini di mister Angelini hanno provato a farlo nel peggior modo possibile, decidendo di non giocare, senza mai cercare la conclusione e con l’incapacità di saper sfruttare la superiorità numerica maturata dopo i primi quindici minuti di gioco. Se, forte del parziale d’andata, hai due risultati su tre e hanno espulso un tuo avversario non puoi permetterti di subire due gol, per di più in contropiede, nel giro di pochi minuti e di andare a riposo con il doppio svantaggio, il morale a terra e l’obbligo di inseguire.

Per il Livorno era impossibile fare peggio del primo tempo e oggettivamente gli uomini di mister Angelini giocano una seconda frazione quanto meno decente mettendo all’angolo gli avversari, trovando la rete su rigore con Vantaggiato e sfiorando il pari con Frati il cui colpo di testa si stampa sulla traversa a circa dieci minuti dalla fine. L’espulsione di Russo è presagio di supplementari e dunque la sofferenza può continuare.
Con la fine dei novanta minuti regolamentari inizia l’ora più buia che il tifoso livornese non credeva mai di poter rivivere, i supplementari sono una sofferenza che Pulidori prolunga grazie a una serie di parate mentre ai rigori si consuma il dramma sportivo. Per il Livorno sbagliano Vantaggiato e, dopo essere andati a oltranza, Petronelli e Ghinassi. Pomezia esulta, i 400 cuori livornesi, inferociti, chiamano sotto il settore la squadra facendo togliere ad uno a uno la maglia come a dire “voi non ci meritate, voi non meritate l’amaranto”.

Adesso sarà tempo di bilanci e riflessioni senza mai dimenticare che il 16 agosto, giorno della presentazione di Toccafondi, non c’erano neanche le penne per scrivere. L’obiettivo della pronta risalita, in attesa della giustizia sportiva, è attualmente fallito. Con ieri in molti hanno concluso la loro esperienza livornese, giocatori e allenatori passano, a restare è quella maglia che i tifosi sentono loro e che ieri, dopo la figuraccia di Pomezia, hanno deciso di riprendersi.


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Livornese classe ‘99, mesi fa ho coronato il mio sogno diventando giornalista pubblicista. Ho già collaborato con diverse testate occupandomi di sport, la mia prima passione. Nel tempo libero amo leggere, informarmi e viaggiare.