Viaggio nell’arte del secondo Novecento: La Transavanguardia rdia

326

La Transavanguardia

 Per diventare internazionali, dobbiamo appartenere a un Paese. Quel Paese, per me, è il Mediterraneo, che è sterminato patrimonio di culture e di visioni  visioni                                                                                      Mimmo Paladino

Dopo le coraggiose sperimentazioni degli anni Settanta, gli ultimi decenni del Novecento sono stati caratterizzati da un generale «ritorno alla pittura», agli strumenti e alle tecniche tradizionali e sono riproposti il linguaggio figurativo, l’uso di tecniche convenzionali, la realizzazione di opere capaci di esprimere la soggettività dell’artista.

In questo periodo, grazie ad artisti come Enzo Cucchi, Sandro Chia, Francesco Clemente, Mimmo Paladino e Nicola De Maria, nasce in Italia una corrente artistica definita Transavanguardia che si afferma soprattutto anche in Germania e negli Stati Uniti.

La Transavanguardia è un movimento artistico contemporaneo sostenuto dal critico d’arte Achille Bonito Oliva che, nel 1980, ne ha codificato i tratti con il famoso saggio intitolato Transavanguardia e ne ha predisposto la promozione nello scenario culturale internazionale, superando il linguaggio astratto delle neoavanguardie storiche che in quegli anni dilagavano in modo massiccio in molti Paesi.

 Questa corrente artistica che considera, come ha scritto Bonito Oliva, «il linguaggio come uno strumento di transizione, di passaggio da un’opera all’altra, da uno stile all’altro», ha segnato una inversione di tendenza rispetto ad alcune caratteristiche degli anni Sessanta e Settanta, come l’impronta esclusivamente intellettuale tipica dell’Arte Concettuale, la presenza costante dell’oggetto nella Minimal Art e la diretta  presentazione dei materiali naturali propria dell’Arte Povera.

Il teorico e promotore del movimento Achille Bonito Oliva ha affermato che «in un’epoca di transizione la Transavanguardia diventa avanguardia possibile, in quanto permette di trattenere un patrimonio storico nelle scelte dell’artista».

Gli artisti più rappresentativi di questo movimento, coscienti della crisi dei valori della società contemporanea e dell’impossibilità di sperimentare all’infinito nuove soluzioni formali e nuovi materiali, recuperano tutti i linguaggi del passato, reinterpretandoli con libertà e privilegiando soprattutto soluzioni pittoriche espressionistiche: pennellate rapide, colori innaturali, immagini deformate, abolizioni delle regole prospettiche.

I transavanguardisti, attingendo a piene mani dal passato, non solo si liberano dal concetto di stile, cronologicamente identificabile, ma utilizzano indifferentemente ogni linguaggio, purché adatto alla necessità espressiva, dando vita a un eclettismo non solo stilistico ma anche tecnico, all’insegna del recupero e della commistione di linguaggi appartenenti a diverse tradizioni.

Il rinnovato interesse per la figurazione risponde anche alle esigenze di un mercato che richiede opere più semplici da fruire e quindi più facilmente da vendere usando materiali comuni: il collage e l’assemblage ambientale che erano stati innovativi negli anni precedenti.

La corrente artistica della Transavanguardia si caratterizza per l’assottigliamento della distinzione tra cultura alta e cultura popolare diffusa in quegli anni dal cinema, dai fumetti e dalla televisione e conseguentemente per la riscoperta del genius loci, delle radici locali e popolari di ciascun artista.

Quest’ultimo aspetto è molto evidente nella versatile produzione pittorica di Enzo Cucchi che richiama spesso le sue origini marchigiane. Infatti il suo immaginario si è nutrito di ricordi di un’infanzia trascorsa in un piccolo paese delle Marche.

I quadri e le sculture di Mimmo Paladino, che trapassano dalla ceramica al bronzo e all’olio su tela senza distinzione di tecniche “alte” e “basse”, sono spesso una sintesi dell’iconologia classica e di quella popolare.

Nicola De Maria, utilizzando una gamma di colori primari combinati in modo luminescente, si è espresso in piccoli quadri materici dove compaiono fiori, scritte e spicchi di colore.

Francesco Clemente si è dedicato soprattutto ad autoritratti nelle forme dell’incubo, del sogno e della fantasia. Le sue opere sono un racconto ininterrotto del modo in cui vede se stesso, la moglie e il loro contesto intimo.

Sandro Chia si è impegnato nella pittura a olio, che ricordava quella manieristica, con figure di dimensione michelangiolesca reinterpretate in chiave ironica. Dal punto di vista cromatico quest’artista sembra rifarsi soprattutto alle luminescenze del Futurismo.

La produzione artistica della Transavanguardia espressa da questi cinque pittori, per gli studiosi della storia dell’arte, è collocabile nell’area del postmoderno, tendenza letteraria e artistica intesa come rivisitazione e reinterpretazione di modelli del passato per superare i linguaggi proposti dalle avanguardie storiche.

 

        


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedenteIl Buongiorno Dell’Amico. Presentazione del libro l’Artigiano dell’immagine
Articolo successivoGaeta. Finge di aver subito un furto per non pagare l’importo delle multe, denunciato un 63enne